Mastopessi (lifting seno) e mastopessi con protesi

La mastopessi, o lifting delle mammelle, è l’intervento di chirurgia estetica del seno che si occupa di sollevare un seno cadente e svuotato in seguito ad esempio a gravidanze o dimagramento e ridare volume e forma.

Che cos'è la mastopessi?

Esistono donne che perdono l’elasticità ed il volume dei tessuti delle mammelle che non presentano una buona tonicità e che tendono a scendere verso il basso ossia ad essere ptosiche.

Una seno ptosico è un seno cadente e normalmente svuotato in cui la posizione del complesso areola – capezzolo è più bassa del normale e la mammella ha una forma appiattita con scarso polo superiore.

Esistono vari gradi di ptosi mammaria, da lieve a severa a seconda deilla relazione tra l’altezza dei capezzoli ed il solco inframammario.
Ad esempio una ptosi severa sarà rappresentata da una mammella il cui capezzolo è ha un’altezza inferiore rispetto al solco inframmario e guarda verso il basso.

Esiste inoltre una condizione particolare, comune soprattutto nelle donne che hanno allattato per molto tempo, la cosiddetta pseudoptosi.
Nella pseudoptosi, la posizione del complesso areola capezzolo presenta una posizione normale rispetto la piega sottomammaria ma il polo superiore della mammella è rilasciato verso il basso presentando solo una scivolamento inferiore della ghiandola e non dell’areola.

Ptosi e pseudoptosi sono condizioni presenti soprattutto nelle pazienti che sono dimagrite molto di peso dopo dieta o chirurgia bariatrica, o che presentano continue ed importanti oscillazioni ponderali, che hanno allattato per molto tempo o semplicemente che hanno avuto una o più gravidanze.

Con tutti gli eventi appena menzionati, la struttura della ghiandola e della cute della mammella subisce modificazioni permanenti perdendo la compattezza e la tonicità delle fibre elastiche e dei legamenti interni della mammella (legamenti di Cooper) e, non avendo più una struttura capace di sostenere il peso della ghiandola, la ghiandola stessa scivola verso il basso e forma cosí la mammella ptosica.

Un’altra causa piuttosto frequente di ptosi mammaria è dovuta all’inserimento, soprattutto sottoghiandolare, di una protesi di grande dimensioni, solitamente troppo grande per le dimensioni anatomiche della paziente.

In questo caso il peso ed il volume della protesi deforma la struttura del seno e con il tempo, sia la protesi che la mammella stessa, cadono verso il basso configurando quella situazione detta ptosi dopo mastoplastica additiva.

L’intervento di chirurgia plastica che si occupa di restaurare la posizione del complesso areola capezzolo e della ghiandola viene detto mastopessi o lifting del seno.

La mastopessi agisce su diversi fattori e componenti dell’invecchiamento del seno: si occupa di eliminare e ritensionare la pelle in eccesso del polo inferiore e di riposizionare il tessuto ghiandolare ed il complesso areola capezzolo sollevandoli e posizionandoli superiormente riempiendo il polo superiore.
Inoltre con l’aiuto di una protesi in silicone è possibile ristabilire il volume perso con gli anni e ritrovare un decollete pieno ed accattivante ( mastopessi con protesi ).

Lifting seno a Milano Varese e Como: chi è la paziente ideale?

La paziente ideale per una mastopessi è la paziente che vuole riappropriarsi del seno che aveva prima dell’allattamento o di un dimagramento importante o semplicemente chiunque voglia:

  • sollevare e dar forma a un seno cadente
  • sollevare ed aumentare anche il volume del proprio seno
  • correggere importanti asimmetrie di volume o posizione tra le 2 mammelle
  • diminuire le dimesioni del complesso areola capezzolo
  • correggere alcuni tipi di Seno Tuberoso
  • riavvolgere i segni del tempo con un mommy makeover ovvero la combinazione tra AddominoplasticaLiposuzione e mastopessi con o senza protesi.

La mastopessi, come detto, si occupa di eliminare la pelle in eccesso del polo inferiore, sollevare verso l’alto il capezzolo e la ghiandola mammaria e fornire volume al polo superiore.
Esistono principalmente tre tipi di mastopessi ed in ognuno di essi la cicatrice risultante è differente:

MASTOPESSI PERIAREOLARE

In questo tipo di lifting seno la cicatrice rimane intorno all’areola.
Nella mastopessi periareolare una porzione di cute di forma ovoidale viene asportata intorno l’areola ed in seguito chiusa con un tipo di tecnica di sutura detta ” round block ” che permette di ridurre la dimensione dell’areola.

Questo tipo di mastopessi è indicata per mammelle con leggero grado di ptosi (il capezzolo può essere sollevato di circa 2 centimetri) e con un piccolo eccesso di pelle.

Se necessario un aumento di volume, è possibile inserire la protesi mammaria dalla stessa incisione della pessi.

Il principale svantaggio di questa tecnica è che spesso la cicatrice e l’areola stessa tende ad allargarsi e di aumentare di dimensione a causa della tensione della sutura che circonda l’areola.

MASTOPESSI A CICATRICE VERTICALE

La mastopessi a cicatrice verticale presenta una cicatrice intorno all’areola, come nel caso della mastopessi periareolare, e una cicatrice verticale che comincia dal punto più basso della cicatrice periareolare e arriva alla piega sottomammaria.

Questo tipo di pessi permette di sollevare maggiormente la ghiandola ed il complesso areola capezzolo ma non ha potere di riduzione sulla eccedenza di pelle nel vettore verticale.
Il principale svantaggi di questa tecnica risiede soprattutto in un leggero schiacciamento del polo inferiore e in una scarsa definizione del solco inframmario.

MASTOPESSI A T INVERTITA

La mastopessi a T invertita è il tipo di lifting del seno dove sono presenti più cicatrici ma anche quella che può ottenere i risultati migliori.

Le cicatrici presenti nella mastopessi a T invertita si trovano intorno all’areola, verticalmente dall’areola alla piega inframammaria ed infine orizzontalmente a livello del solco inframammario.

Queste tre incisioni, dalle quali vengono asportate regioni di cute in eccesso della componente verticale, orizzontale e circolare della mammella, permettono di riequilibrare la forma del seno ed ottenere un involucro cutaneo che permette di ottenere una forma definita e naturale del seno.

Il principale svantaggio, rispetto alle tecniche descritte precedentemente, è il maggior numero di cicatrici che con il passare del tempo diventeranno comunque sempre meno visibili.

Non esiste una tecnica che sia universalmente superiore ad un’altra ma sicuramente esiste la tecnica adatta ad ogni tipo di mammella ptosica.

La mastopessi è probabilmente l’intervento chirurgico più “sartoriale” della chirurgia estetica e come per confezionare un vestito le cuciture sono fondamentali, cosí la qualità della sutura è di primaria importanza nella pessi della mammella.
La sutura non dovrebbe mai essere eseguita con troppa tensione in quanto ci sono molte possibilità che si allarghi o addirittura si apra la ferita (deiscenza di ferita).

Mastopessi con protesi a Milano Varese e Como

Una mastopessi, come visto, può eliminare la cute in eccesso, può diminuire le dimensione di un’areola, può sollevare la posizione del complesso areola capezzolo e ridistribuire la ghiandola mammaria. Alcune volte però il seno oltre che ptosico è svuotato e con meno volume rispetto al periodo precedente all’allattamento o ad una perdita di peso importante.
L’unico modo per ristabilire questo volume è l’inserimento di una protesi mammaria a contenuto siliconico.
La protesi viene inserita come in una semplice mastoplastica additiva ma nella mastopessi il suo inserimento è meno laborioso in quanto l’incisione è più ampia.
Il piano inserimento è solitamente quello di una mastoplastica additiva con tecnica dual plane che permette di espandere meglio il polo inferiore ed avere la protezione del muscolo grande pettorale nei quadranti centrale, superomediale e superolaterale.
La forma della protesi inserita può essere tonda o anatomica a seconda del desiderio della paziente per un risultato più o meno naturale.

Di maggiore importanza rispetto alla forma è la proiezione della protesi scelta. Come detto è fortemente consigliabile che la sutura venga effettuata senza tensione per evitare il rischio di una brutta cicatrice o di una deiscenza di ferita.

Per questo e per ottenere un risultato più naturale ed elegante si consiglia solitamente una protesi a proiezione bassa o moderata.
Questo scelta, insieme ad una sutura attenta e precisa, permette solitamente di non avere problemi di cicatrizzazione nel post operatorio di una mastopessi.

In alcuni casi dove la ptosi mammaria è molto importante e la qualità dei tessuti è scarsa può essere necessario eseguire l’intervento in due tempi: un primo tempo in cui verrà eseguita una mastopessi a T invertita e un secondo tempo (a 3/6 mesi dalla prima chirurgia) una mastoplastica additiva, solitamente dual plane e con incisione al solco inframammario.

Lifting seno: indicazioni per il post operatorio

ANESTESIA, DURATA DELLA CHIRURGIA E DEGENZA

ANESTESIA:

L’intervento di mastopessi è eseguito in anestesia generale con ricovero nella giornata della procedura chirurgica. La paziente potrà quindi tornare a casa in serata.
Nel caso di una mastopessi con protesi, che è un intervento di maggior durata, la paziente ed il chirurgo stesso potrebbero preferire l’opziono di una notte di ricovero.
Durante il periodo della degenza ospedaliera il personale medico controllerà le medicazioni effettuate alla fine della chirurgia e si accerterà della vitalità dell’areola e dell’assenza di raccolte di sangue (ematomi).


LIFTING SENO E DOLORE:

Il dolore che si prova dopo una mastopessi senza utilizzo di protesi è solitamente più lieve rispetto a quello di una mastoplatica additiva .
Quando viene inserita una protesi al di sotto del muscolo la paziente può sentire, soprattutto nei primi giorni, un certo grado di fastidio o leggere dolore che può essere controllato con comuni analgesici.


PRIMI GIORNI DOPO UNA MASTOPESSI:

È consigliabile un pò di riposo nei primi 5-7 giorni dopo la chirurgia.

In caso di mastopessi con protesi le indicazioni per il post operatorio sono sovrapponibili con quelle di una mastoplastica additiva in cui si consiglia di mantenere la posizione supina con due cuscini ai lati durante il riposo e non effettuare movimenti bruschi ed ampi che fanno perno con l’articolazione scapolo-omerale.

Nel caso di un intervento di mastopessi la cicatrice ha dimensioni maggiori rispetto ad un intervento di aumento del seno e per questo deve essere protetta da umidità e polvere mantenendola asciutta e pulita.

Il bagno sarà permesso a totale e stabile chiusura della ferita (dopo circa 30 giorni) mentre la doccia è possibile dopo il primo controllo, cioè dopo 3 giorni avendo premura di asciugare la medicazione fino a che questa non sia più umida.

Nei primi giorni è assolutamente normale avvertire un senso di pesantezza ed ingombro a livello della regione mammaria. Questo perchè a causa del trauma chirurgico vengono richiamate cellule infiammatorie che producono edema.

Importante riprendere la deambulazione se possibile già primo giorno post operatorio facendo attenzione però di non sforzarsi eccessivamente e causare un picco ipertensivo che potrebbe essere causa di un sanguinamento a livello mammario.


FARMACI E PRESIDI CONSIGLIATI ALLA DIMISSIONE:

I farmaci post operatori di una mastopessi sono assimilabili a quelli di una mastoplastica additiva. La terapia prevede antibiotico per 5-7 giorni, analgesici oppioidi o antiinfiammatori FANS ed eventualmente rilassanti muscolari.

Se la paziente deambula già dai primi giorni e non ha fattori di rischio per eventi trombotici, la terapia anticoagulante può essere risparmiata alla paziente che dovrà comunque indossare le calze elastiche per i primi 10-14 giorni.

Per le prime 3 settimane dovrà essere indossato un reggiseno apposito che permette il minor numero di movimenti possibili alle mammelle e alle protesi stesse. Dopo questo periodo la paziente può cominciare ad indossare un reggiseno sportivo senza ferretto (es. modello sportivo Calvin Klein) che potrà essere sostituito dal reggiseno classico con ferretto dopo 3-4 mesi.

Il trattamento post operatorio della cicatrice è molto importante per evitare l’ipercromia o l’ipertrofia della cicatrice della mastopessi. È consigliato proteggere dal sole, anche indossando un top o un costume da bagno la regiona mammaria per il primo anno. Presidi come creme o cerotti a base di silicone sono utili e il loro utilizzo è consigliato dopo circa un mese.

La paziente che si sottopone a mastopessi deve prepararsi ad un periodo di 12-18 mesi in cui la cicatrice potraà essere ben visibile ed iperpigmentata. Dopo questo periodo solitamente la cicatrice è matura e si vedrà prograssivamente meno fino ad essere assimibilabile ad una linea sottile.


CONTROLLI POST OPERATORI:

Il primo controllo dopo 3 giorni viene effettuato per confermare l’assenza di rare, ma pur sempre possibili complicanze precoci.
Il successivo controllo sarà fissato a 7-10 giorni dove sarà controllato l’andamento della guarigione della ferita e potranno eventualmente tolti i punti che per la gran parte dei casi sono intra cutanei.

*La durata dell’intervento, i tempi di guarigione, i tempi di recupero post operatorio e il risultato possono variare da paziente a paziente.

La progettazione di una mastopessi è importante quando l’atto chirurgico stesso. Per questo motivo, è importante scegliere un chirurgo plastico esperto in chirurgia estetica del seno che possa garantirti un risultato naturale ed armonico con il tuo corpo.

Risultati: cosa aspettarsi da una mastopessi a milano Varese e como

La mastopessi ti potrà garantire un seno sollevato, tonico e nuovamente simmetrico.

In caso di seno vuoto, oltre che cadente, con una protesi si potrà donare nuovo volume al tuo seno.

Il risultato è immediato e la paziente vedrà il cambiamento appena si sveglierà dall’intervento.

Naturalmente per il risultato finale potranno essere necessari circa 12 mesi per dare la possibilità alle protesi, se presenti, di assestarsi ed al gonfiore di assorbirsi completamente.

Lifting seno a Milano, Varese e Como: prezzi

Il costo dipende dalla necessità o meno di una protesi mammaria necessaria per correggere la mancanza di volume, dal tipo di tecnica utilizzata, dalla clinica in cui verrà eseguito l’intervento, dalla lunghezza della degenza in casa di cura e dal tempo necessario necessario in sala operatoria.

N.B.: il costo di ogni singolo intervento chirurgico può essere preventivato solamente a seguito di un’attenta e approfondita visita specialistica in cui il Dr. Pellegatta valuterà il singolo caso e parlerà estensivamente con la paziente del piano di trattamento.

Il Dr. Pellegatta saprà consigliarti la tecnica adatta per sollevare il tuo seno ed ascolterà i tuoi desideri per darti il risultato che cerchi.

Durante la visita il Dr. Pellegatta ti parlerà delle indicazioni della mastopessi con o senza protesi, delle cicatrici che residueranno dopo l’intervento e di come ottenere il miglior risultato per una chirurgia di sollevamento del seno.

Con il Dr. Pellegatta potrai ottenere un seno naturale, tonico e femminile.

Puoi prenotare una visita nelle sedi di Milano, Varese e Como

Mastopessi: domande frequenti

Di seguito alcune tra le domande più frequenti domandate dalle pazienti. Potrete trovare risposte più dettagliate e ampie nella sezione Blog del sito.

Si è possibile abbinare una mastopessi al lipofilling del seno in quelle pazienti che hanno una buona quantità di tessuto mammario e che desiderano un polo superiore pieno senza utilizzare una protesi. Naturalmente una buona quantità di grasso è necessaria per ottenere il riempimento desiderato.

No. L’unico modo di riposizionare il complesso areola capezzolo e la ghiandola è tramite incisioni. Il complesso areola capezzolo può elevarsi di un cm circa durante una mastoplastica additiva ma il risultato non è minimamente comparabile a quello di una mastopessi.
Terapie con fili di sospensioni sono addolutamente inefficaci e di minima durata.

Rischi e complicanze della mastopessi

È opportuno considerare che qualsiasi procedura chirurgica, per quanto piccola e limitata possa essere ed eseguita su pazienti in buone condizioni generali, comporta sempre la non prevedibile possibilità di insorgenza di complicazioni generali, il cui tipo e gravità sono anch’esse non prevedibili.

Statisticamente si può affermare che, per persone in buone condizioni generali i cui esami clinici non dimostrino alterazioni che possono aumentare il tasso di rischio, la possibilità di insorgenza di complicazioni gravi o gravissime è pressoché teorica.

Le complicanze sono rare o molto rare quando la procedura è eseguita da uno specialista chirurgo plastico formato in questa tecnica.

Quando intervengono, è necessario impostare terapie mediche e/o chirurgiche.

Edema, ecchimosi e discromie

Edema, ecchimosi e discromie (gonfiore, lividi e variazioni di colore) sono presenti in misura variabile da paziente a paziente, possono essere talora modesti, altre volte più consistenti. Generalmente si riducono gradualmente fino a scomparire completamente

in circa 10-20 giorni. Un modico grado di edema può persistere per qualche settimana o qualche mese. Qualche modificazione di colore può invece durare più a lungo.

Sanguinamento

Se si verifica un sanguinamento dopo l’intervento, può essere necessario ritardare l’asportazione di eventuali drenaggi. In presenza di ematoma importante si deve generalmente ricorrere alla sua evacuazione chirurgica.

Sieroma

È un accumulo anche significativo di siero (liquido) che può necessitare di ripetute aspirazioni con siringa.

Infezioni

Sono generalmente rare e necessitano di terapia antibiotica. Possono causare deiscenze delle ferite e condizionare l’aspetto finale della cicatrice.

Deiscenze delle ferite

Può verificarsi la separazione dei margini della ferita in alcuni tratti lungo il suo decorso.

In particolare può aprirsi leggermente l’area di incrocio tra la cicatrice verticale e quella dell’areola o del solco inframammario. Vengono medicate e controllate periodicamente per valutare il processo riparativo e in seguito, se necessario, si può procedere con una nuova sutura.

Perdita di sensibilità del capezzolo

Se si verifica è generalmente temporanea. In rare occasioni può risultare permanente.

Dopo l’intervento una perdita di sensibilità cutanea è considerata normale. Essa è generalmente temporanea e scomparirà dopo qualche mese.

Perdita di tessuti

È rara. Consiste nella presenza di necrosi cutanee, generalmente di piccole dimensioni, a livello dei margini della ferita o in altre aree. È una complicanza temibile ma fortunatamente rara. Qualora dovesse accadere saranno necessarie medicazioni ravvicinate ed un eventuale intervento chirurgico per asportare le aree necrotiche e

cercare, se possibile, di chiudere le perdite di sostanza nel modo più rapido e sicuro. Successivamente si interverrà per ripristinare un adeguato risultato estetico.

Perdita di un capezzolo

La perdita parziale o totale del complesso areola-capezzolo è molto rara, ma è riportato qualche caso in particolare in lifting del seno secondari. Qualora dovesse accadere, può essere eseguito in un tempo successivo un intervento ricostruttivo con risultati soddisfacenti.

Asimmetrie

Possono essere riscontrate nella forma, dimensioni o posizione dell’areola, generalmente sono di modesta entità e più frequenti in caso di mammelle con importanti asimmetrie di base.

Ptosi secondaria

In alcuni casi con cute particolarmente smagliata ed anelastica e/o in seguito al fisiologico invecchiamento può essere necessario a distanza di qualche anno una ulteriore correzione chirurgica.

Cicatrice ipertrofica, ipotrofica o cheloidea

Il chirurgo utilizzerà tutte le tecniche volte ad ottenere una buona cicatrice, sottile e situata allo stesso livello della cute circostante. Esistono però, fattori che possono modificare il normale processo di cicatrizzazione, come le anomalie della vascolarizzazione e dell’innervazione, la carenza di proteine, l’uso di farmaci antineoplastici, la microangiopatia diabetica, il fumo di sigaretta.

Esistono inoltre, delle forme di cicatrizzazione patologica, sulla base di una predisposizione individuale, che possono determinare la formazione di una cicatrice ipertrofica o nei casi più gravi, di una cicatrice cheloidea. Tale evento si realizza inoltre più facilmente in alcune sedi corporee quali la regione sternale, deltoidea, scapolare, ombelicale e pubica.

Qualora dovesse verificarsi l’insorgenza di tale cicatrice, saranno necessari trattamenti medici e/o chirurgici. In caso di veri cheloidi le terapie sono meno efficaci.

L’unico modo per saperlo con certezza è effettuare una visita specialistica con un chirurgo plastico.
In generale una protesi è necessaria se il seno negli anni ha perso molto volume.

La mastopessi è una procedura che può, come le altre dare complicanze.
Tra le principali, l’ematoma, cioè una raccolta di sangue, che può essere controllata con un’emostasi accurata e con riposo nel post operatorio.
La complicanza più temibile è sicuramente la necrosi totale del capezzolo che si può, il più delle volte evitare scegliendo una protesi con proiezione moderata e tenendo cura in chirurgia di risparmiare il più possibile i peduncoli vascolari.
La necrosi del complesso areola capezzolo è soprattutto possibile in caso di revisioni di mastopessi dove non si conosce il peduncolo utilizzato nella precedente chirurgia.