Mastoplastica additiva  – seno RIFATTO

La mastoplastica additiva è l’intervento di chirurgia estetica del seno che si occupa di dare volume e forma alle mammelle di piccola dimensione (ipomastia) donando un décolleté più femminile ed accattivante.

Mastoplastica Additiva Milano Varese Como: Prima E Dopo

Mastoplastica additiva: che cos'è?

Il seno rappresenta una delle regioni del corpo che è significato di femminilità e sensualità. Alcune donne possono richiedere un seno di uno misura più grande o con diversa forma. Altre richiedono mammelle che siano proporzionali alla propria figura.

Tramite l’inserimento di protesi a base di silicone, che verranno scelte negli incontri pre-operatori, è possibile aumentare armonicamente ed in maniera naturale il volume mammario.

La mastoplastica additiva è la chirurgia di aumento del seno e grazie ad essa è possibile ottenere una scollatura più accattivante e definita.
Sicuramente la mastoplastica additiva è uno degli interventi maggiormente diffusi e desiderato soprattutto tra donne giovani e meno giovani.

Ciò è dovuto al fatto che rappresenti l’unico metodo efficace per avere un seno più grande.

Chi può rifarsi il seno?
  • Chi vuole aumentare il volume del proprio seno ottenendo un décolleté più pieno e visibile ed armonizzando le curve del proprio corpo
  • Chi desidera un polo superiore della mammella più pieno e visibile, ottenibile soprattutto con l’utilizzo di una protesi di forma tonda.
  • Chi, oltre ad aumento del volume, desidera un leggero rialzamento della posizione dell’areola ottenibile in alcuni casi selezionati con una tecnica chiamata dual plane. Per sollevamenti maggiori del complesso areola capezzolo potrebbe essere necessaria la combinazione tra mastoplastica additiva e mastopessi, detto anche lifting del seno.
  • Donne che presentano una asimmetria di volume, cioè una differenza di dimensione tra le due mammelle e desiderano aumentare il volume del loro seno e bilanciare la differenza di volume.
  • Chi desidera ridurre la distanza tra i due seni (mastoplastica additiva ibrida).
  • Chi ha compiuto almeno 18 anni di età. L’unico caso per cui è possibile una mastoplastica additiva senza essere maggiorenni è per la correzione di una malformazione mammaria, piuttosto diffusa nelle giovani donne, detta seno tuberoso.

La chirurgia di aumento mammario di dice mastoplastica additiva e consiste nell’inserimento di una protesi di contenuto siliconico.

La procedura di mastoplastica additiva inizia con una incisione a livello o poco al di sotto del solco inframmammario, cioè a livello della piega inferiore della mammella. Altre volte le incisioni possono essere posizionate a livello periareolare, superiore o inferiore, o nella piega ascellare. Ognuna di queste posizioni ha vantaggi e svantaggi e la scelta della incisione ideale varia da paziente a paziente.

Sebbene il Dr. Pellegatta esegue tutte e 3 le incisioni, preferisce l‘incisione inframammaria che permette una visione più chiara e precisa del muscolo pettorale ed è quella che, secondo la letteratura scientifica, sembra dare meno incidenza di contaminazione batterica e quindi contrattura capsulare.

Dopo l’incisione si procede quindi con la la preparazione di una tasca che può trovarsi sotto la ghiandola, sotto il muscolo o per la parte superiore sotto il muscolo e la inferiore sotto la ghiandola (mastoplastica additiva dual plane).

Fondamentale in questa azione cercare di limitare i sanguinamenti ed eseguire l’emostasi, ossia la coagulazione dei vasi sanguigni prima che questi vengano lesionati (emostasi proattiva).

Il sangue nella tasca mammaria si comporta come cibo per la piccola quantità di batteri che, anche nella chirurgia di mastoplastica più pulita e sterile, entrano una volta che la protesi è inserita nella mammella.

Una chirurgia esangue permette di evitare la proliferazione di questi batteri che pare essere all’origine della contrattura capsulare, dell’infezione cronica e probabilmente anche del linfoma anaplastico correlato alle protesi macrotesturizzate.

La preparazione della tasca si conclude, in caso di posizionamento dual plane, con il distacco della parte inferiore del muscolo grande pettorale per la sua porzione sternale. Questa manovra è importante per evitare la contrazione del muscolo con sollevamento della protesi, detta sindrome da animazione muscolare.

La protesi, viene a questo punto inserita o manualmente o tramite un particolare sacchettino detto keller funner, simile ad una sac-a-poche, ceh permette di limitare il contatto tra la protesi e la cute e di conseguenza di ridurra la contaminazione batterica (no touch technique).

La chirurgia si conclude con un nuovo controllo dell’emostasi e con la chiusura dell’incisione. È fondamentale, soprattutto nella incisione inframmaria, effettuare una sutura a strati che fissi il nuovo solco inframammario, che chiuda lo spazio prima tra fascia di Scarpa, poi tra tessuto adiposo ed infine tra derma ed epidermide.

Una sutura ermetica permette una migliore continenza della sutura, meno possibilità di contaminazione batterica attraverso la ferita ed un maggior rinforzo del solco inframammario.

A fine chirurgia viene applicato un piccolo cerotto di carta che permarrà fino al primo controllo post operatorio.

Nella grandissima maggioranza dei casi (99%) non è necessario il posizionamento di un drenaggio in quanto se la tasca costruita per ospitare la protesi è delle dimensioni ideali (come un guanto veste una mano) e l’emostasi è stata fatta con estrema attenzione, le raccolte di siero (sieroma) e di sangue (ematoma) sono minime e rare.

Molte pazienti sono interessate a sapere di più riguardo le diverse marche delle protesi preoccupate che esse non siano di buona qualità e possano portare a complicanze come rottura o contrattura capsulare nel periodo post operatorio della mastoplastica additiva.

Vediamo in questo articolo alcune particolarità riguardo le differenti marche presenti sul mercato italiano.

Allergan

Sicuramente, negli ultimi tempi, le protesi Allergan sono finite sotto l’occhio del ciclone per la questione dell’ALCL, linfoma anaplastico che è stato associato a protesi macrotesturizzate in 1 caso ogni 32000 interventi di mastoplastica additiva.

Le protesi precedentemente utilizzate, ovvero le Natrelle Style 410 macrotesturizzate, non sono più in commercio dai primi mesi del 2019 e Allergan continua ad oggi a vendere protesi tonde lisce (Natrelle Inspira) di ottima fattura che non sono state individuate come rischiose per lo sviluppo dell’ALCL in quanto lisce.

Mentor

Mentor, insieme ad Allergan, rappresentava, negli scorsi anni, la casa produttrice di protesi con il maggior numero di vendite in Italia.

Sicuramente, le protesi Mentor sono di ottima qualità.

Una particolarità delle protesi anatomiche è che hanno una superficie microtesturizzata a basso rischio di ALCL. Inoltre, il gel all’interno delle protesi pare leggermente più viscoso e duro rispetto a quello delle concorrenti.

Questa proprietà è molto utile in caso di una distanza tra capezzolo e solco mammario piuttosto corta (polo inferiore costretto). La particolare consistenza della protesi infatti, permette di espandere questa regione marcando in maniera definita il polo inferiore della mammella e dando un risultato piacevole nelle pazienti indicate.

Polytech

Polytech è la casa di protesi che mette a disposizione dei chirurghi plastici il ventaglio di possibilità più grande nella scelta della protesi. È l’unica casa in Italia che mette a disposizione il rivestimento in poliuretano che può essere molto utile nei casi di mastoplastica additiva di revisione per ripetuta contrattura capsulare o rotazione della protesi inveterata.

Propone inoltre diversi tipi di testurizzazione e di coesività del gel di silicone in protesi tonde o anatomiche.

Personalmente, gradisco molto le protesi anatomiche a gel morbido e testurizzazione microtesturizzata (Mesmosensitive) che permettono un risultato molto naturale ed una consistenza morbida.

Propone protesi simili alle Mentor CPG chiamate Diagon Gel che prevedono le stesse indicazioni per quanto riguarda l’espansione del polo inferiore.

Altra interessante opzione frutto di una avanzata tecnologia sono le protesi leggere B-Lite che possono pesare fino al 30% in meno rispetto alle protesi a contenuto siliconico dello stesso volume.

Queste protesi, di diverse forme e testurizzazioni, possono essere molto indicate per l’intervento di mastopessi con protesi.

Motiva

Motiva, lanciando il concetto innovativo di testurizzazione nanotesturizzata è rapidamente diventata negli ultimi 2 anni tra le prime 3 case di produzione di protesi nel mondo.

Le protesi motiva, per ora, non hanno portato a casi di ALCL.

Non esistono protesi microtesturizzate o macrotesturizzate.

La caratteristica principale di questa marca è sicuramente il gel che dona alle protesi una morbidezza al tatto non raggiungibile dalle altre case.

Motiva inoltre propone una protesi ergonomica che si comporta come anatomica con la forma a goccia nel momento in cui la paziente è in piedi e come protesi tonda mentre la paziente è sdraiata.

Come ogni protesi liscia, usate soprattutto fino a 20 anni fa, anche le protesi Motiva tendono ad avere maggiori possibilità di migrazione verso il basso o lateralmente. Per questo motivo sono consigliate il pazienti con buon trofismo cutaneo e che non desiderino un volume troppo grande.

Nagor (Eurosilicone)

Nagor, recente rebranding di Eurosilicone, porta sul mercato italiano protesi di qualità e varietà nella scelta per il chirurgo.

Dispone di protesi tonde e anatomiche con due differenti gel.

Una particolarità delle protesi anatomiche Nagor è il loro polo superiore meno pieno che può, in pazienti selezionate, dare un risultato più naturale ed elegante.

Scegli il chirurgo per la sua preparazione non per le protesi che usa

Importante sottolineare come un chirurgo plastico esperto nell’aumento del seno saprà utilizzare tutte le marche appena presentate e saprà consigliarti, ascoltando anche le tue preferenze ed indicazioni, la protesi giusta per te e per il risultato che vuoi ottenere con la mastoplastica additiva.

La scelta della protesi dipende fondamentalmente dalle caratteristiche della paziente, dalla sua pelle e componente ghiandolare e dal risultato che desidera ottenere. In alcune pazienti non sarà raccomandabile l’uso di alcune protesi perché meno indicate per il loro gel e testurizzazione.

Per questo motivo la paziente dovrebbe rivolgersi ad un chirurgo plastico che abbia esperienza con tutte le marche disponibili sul mercato e si preoccupi di consigliare la protesi ideale per il suo caso specifico.

La mastoplastica additiva viene effettuata in anestesia generale, solitamente in maschera laringea.
È necessario essere controllati da personale medico per almeno 3-4 ore dopo in chirurgia per cui si consiglia un ricovero in giornata. Qualora la paziente volesse può comunque rimanere ricoverata in casa di cura 1 o 2 giorni dopo la mastoplastica additiva.
La durata dell’atto chirurgico dipende dalla difficoltà del singolo caso e dall’eventuale necessità di procedimenti ausiliari come ad esempio un lipofilling per meglio definire il decollete o correggere piccole asimmetrie od una mastopessi per correggere la posizione del complesso areola capezzole.
Nella maggiorparte dei casi però la durata di una mastoplastica additiva è di 60-90 minuti.

Post operatorio di una mastoplastica additiva

Primi giorni post-operatori

I primi 3-5 giorni è consigliato riposo e non eseguire attività che possano causare un picco ipertensivo e causare sanguinamenti. Per le prime due o tre settimane è importante non eseguire movimenti che contraggano il muscolo grande pettorale, sia perchè potrebbe causare dolore sia perchè potrebbe portare a rotazione o malposizione della protesi. La paziente può camminare ed eseguire movimenti che fanno perno sui gomiti già dal giorno successivo all’operazione.
È consigliato dormire completamente supino e con cuscini ai lati del seno per non incorrere in traumi precoci durante il riposo notturno.

Solitamente la mastoplastica additiva non è un intervento particolarmente doloroso, soprattutto se la protesi viene inserita al di sotto della ghiandola senza toccare il muscolo.
Naturalmente si tratta pur sempre di un intervento chirurgico dove viene inserito un impianto che fino a poco tempo prima non si trovava lí. Questo inerosabilmente causa leggero dolore e fastidio per i primi giorni, entrambi controllabili con antidolorifici e rilassanti muscolari.
In caso sia presente dolore importante e sensazione di tensione soprattutto in un lato operato, insieme ad un aumento discreto del volume di una sola mammella, la paziente dovrà rivolgersi al chirurgo plastico che potrà escludere la presenza di un ematoma, ossia una raccolta di sangue. I punti se presenti vengono rimossi dopo 10-14 giorni. La paziente verrà seguita per le prime 2 settimane per le medicazioni post operatorie. La paziente porterà un reggiseno apposito per le prime 3 settimane e non potrà effettuare esercizi che coinvolgano una possibile malrotazione della protesi per 3 mesi. Il risultato definitivo è visibile dopo 1 mese circa.

I farmaci post operatori di una mastoplastica additiva sono quelli classici di qualsiasi intervento chirurgico. La terapia prevede antibiotico per 5-7 giorni, analgesici oppioidi o antiinfiammatori FANS ed eventualmente rilassanti muscolari.
Se la paziente deambula già dai primi giorni e non ha fattori di rischio per eventi trombotici, la terapia anticoagulante può essere risparmiata alla paziente che dovrà comunque indossare le calze elastiche per i primi 10-14 giorni.
Per le prime 3 settimane dovrà essere indossato un reggiseno apposito che permette il minor numero di movimenti possibili alle mammelle e alle protesi stesse. Dopo questo periodo la paziente può cominciare ad indossare un reggiseno sportivo senza ferretto (es. modello sportivo Calvin Klein) che potrà essere sostituito dal reggiseno classico con ferretto dopo 3-4 mesi.

Il primo controllo dopo una mastoplastica additiva avviene dopo 5-7 giorni per controllare il regolare sviluppo del periodo post operatorio e che non ci siano raccolte liquide o infezioni in stato iniziale. Un secondo controllo verrà eseguito dopo 10-14 giorni per la rimozione dei punti che la maggiorparte delle volte sono intracutanei ed invisibili.
Un ulteriore controllo è programmato a 30-45 giorni dalla chirurgia quando l’edema sarà in gran parte riassorbito e la cicatrice abbia raggiunto un buon grado di maturazione.

Il bagno in piscina o in vasca non è possibile per i primi 25-40 giorni. Una doccia tiepida è possibile già dal giorno successivo lasciando applicato il cerotto di carta posizionato a fine chirurgia ed avendo cura di asciugarlo attentamente o applicarne uno nuovo e asciutto per evitare la macerazione della cute.
La paziente non deve preoccuparsi se nel corso dei primi 2-3 mesi le mammelle appaiono leggermente asimmetriche. Un leggero grado di asimmetria è presente comunemente in tutte le donne che si siano o meno sottoposte a mastoplastica additiva.

In particolare nei primi mesi il nostro corpo reagisce al corpo estraneo, quale è la protesi mammaria, richiamando cellule infiammatorie che causano edema ed una leggera raccolta di liquido che verrà via via riassorbita.
La cicatrice di una mastoplastica additiva, se sapientemente posizionata, solitamente è praticamente invisibile. Questo non significa però che la paziente non debba seguire indicazioni per prendersene cura. L’appicazione di un cerotto di carta per il primo mese fino alla completa chiusura della ferita è fortemente consigliato. Dopo questo periodo si può procedere con l’applicazione tramite massaggio di una crema cicatrizzante a base di silicone durante il giorno e il posizionamento di una lamina siliconica di notte.

*La durata dell’intervento, i tempi di guarigione, i tempi di recupero post operatorio e il risultato possono variare da paziente a paziente.

Molte donne decidono di programmare l’intervento di mastoplastica additiva durante la pausa estiva per evitare assenze lavorative o in previsione della pausa estiva per sfoderare un nuovo decolleté durante le vacanze. Molte volte si sentono opinioni discordanti riguardo le indicazioni a sottoporsi a un aumento del seno nei mesi estivi.

Mastoplastica additiva in estate: ci sono problemi?

Generalmente, il caldo o il sole non sono controindicazioni alla mastoplastica additiva.
Non esistono infatti studi che asseriscano che una mastoplastica additiva eseguita nei mesi estivi possa portare ad un tasso di complicanze maggiore rispetto ai mesi più freddi.
Non esiste nemmeno una controindicazione riguardante la qualità della cicatrice finale ottenibile nei mesi più caldi rispetto ai mesi più freschi.
Detto ciò, è innegabile che la paziente debba adottare misure preventive che possano evitare effetti indesiderati presenti durante il periodo estivo.

Consigli per il post mastoplastica additiva in estate

 Di seguito si riportano alcuni consigli utili e risposte alle domande più spesso chieste dalle pazienti: • È fondamentale che la ferita chirurgica sia discretamente matura e perlomeno chiusa prima di poter fare il bagno al mare o in piscina. È solitamente possibile dopo 3 settimane ma è consigliabile chiedere allo specialista che ha eseguito l’intervento.
• L’esposizione al sole è sconsigliata durante l’assunzione di farmaci, come alcuni antibiotici e anti-dolorifici e potrebbe portare a rash o altre reazioni cutanee fino ad eccessiva fotosensibilità cutanea. È quindi importante comunicare con il proprio medico curante riguardo questi possibili effetti indesiderati.

• È possibile esporsi al sole dopo 15-20 giorni dall’intervento. È importante non esagerare con i tempi di esposizione per evitare ustioni.
• È fortemente consigliato l’applicazione di creme solari a fattore elevato di protezione (50+) sia a livello della cicatrice che a livello della regione del seno. Un’ustione anche se di grado superficiale può portale ad infiammazione ed edema della regione mammaria e quindi ritardare il pieno recupero.

• Non ci sono controindicazioni a prendere il sole di schiena, sempre facendo attenzione che il peso sia bilanciato e non ricada unicamente sulle protesi.
• Evitare per almeno 3/6 mesi costumi con il ferretto.
• Non è consigliato nuotare per almeno 3-5 mesi, in quanto la protesi potrebbe ruotare e modificare il profilo mammario dovendo ricorrere ad un ulteriore intervento per la correzione di questa complicanza.

Molte donne che vivono a Milano e dintorni vorrebbero sottoporsi all’intervento di mastoplastica additiva (aumento del seno), ma una delle loro principali preoccupazioni è quanto costerà.

La mastoplastica additiva è l’intervento migliore con il quale il chirurgo plastico può aggiungere volume e dare forma ad un seno solitamente piccolo.

Moltissime donne si sottopongono a questo intervento e ne rimangono molto soddisfatte soprattutto quando indossano vestiti attillati o scollati che evidenziano il loro décolleté.

Nell’aumento del seno, il chirurgo plastica usa delle protesi a base di silicone che vengono inserite al di sotto della ghiandola mammaria o al di sotto del muscolo grande pettorale.

Vediamo ora quanto costa un intervento per aumentare il seno a Milano e quali sono i vari elementi che possono far variare il prezzo.

Quanto costa una mastoplastica additiva a Milano Varese Como?

In media, puoi aspettarti di pagare dai 5000 agli 8000 euro per l’intervento chirurgico anche se la forbice dei prezzi può essere molto più ampia. Sebbene questa cifra può sembrare esagerata per alcuni, è importante ricordare che quando si esamina il costo dell’aumento del seno e delle protesi, ci sono una serie di fattori che possono influenzare il prezzo.

Ogni intervento è differente dall’altro in quanto l’anatomia del seno di una paziente è differente da quella dell’amica o della sorella. Per questo motivo una situazione di partenza differente tra una paziente ed un’altra fa variare le tecniche necessarie per garantire un risultato ottimale.

I principali fattori che fanno variare il costo di una mastoplastica additiva sono abbastanza pochi ma molto importanti.

Tipo di protesi

Il tipo di protesi che hai scelto o che ti è stata raccomandata ha una differenza di costo che può arrivare anche a mille euro.

Solitamente le protesi anatomiche, ossia le protesi a goccia che ricreano la forma naturale del seno, costa dai 200 ai 400 euro in più rispetto ad una protesi tonda.

Esistono inoltre protesi super-leggere che pesano fino al 30% in meno di una protesi tradizionale in silicone che possono costare fino al doppio.

Tieni quindi conto anche di quanto costerà una protesi quando valuti il costo totale della tua mastoplastica additiva.

Interventi chirurgici complementari

Come detto, ogni seno è differente ed ogni risultato dopo mastoplastica additiva è differente. Esistono però molteplici tecniche e combinazioni di interventi per raggiungere il risultato desiderato.

Ad esempio, in caso di mammelle con leggero grado di ptosi (ossia leggermente cadenti e basse), sarà necessario effettuare un intervento chirurgico ulteriore chiamato mastopessi periareolare per portare all’altezza giusta il capezzolo. Questo porterà ad un maggior tempo chirurgico da parte del chirurgo plastico a Milano e quindi un costo di sala operatoria superiore che farà aumentare il prezzo della mastoplastica additiva.

In alcuni casi, inoltre, per correggere alcune moderate asimmetrie tra un seno e l’altro è necessario ricorrere all’intervento complementare di lipofilling del seno. In questo caso, il chirurgo plastico avrà bisogno di tempo per prelevare il grasso da una regione ricca come l’addome o le cosce e poi iniettarlo a livello del seno. Questa tecnica del lipofilling è inoltre indicata per ottenere un cleavage, ossia la regione tra un seno e l’altro, meno ampia e più piena e femminile.

Quindi, un maggiore tempo operatorio per poter eseguire un intervento complementare a quello dell’inserimento della protesi, porta ad un aumento del costo dell’intervento di mastoplastica additiva.

In caso invece di più interventi differenti da combinare, come ad esempio mastopessi e mastoplastica additiva o liposuzione e mastoplastica additiva, il costo totale potrebbe essere inferiore rispetto alla somma dei due costi singoli sommati. Questo perché, quando vengono eseguiti più interventi chirurgici contemporaneamente, si riduce il costo per ora della sala operatoria e si risparmiano i costi di due differenti degenze post operatorie nella clinica.

Complessità dell’intervento chirurgico

Come già detto un intervento non è mai uguale ad un altro. Una mastoplastica additiva in cui è solo necessario inserire una protesi mammaria sarà molto più rapida e facile di una in cui è necessario rimuovere una capsula periprotesica o rendere più piccola una tasca sottomuscolare o ancora un intervento in cui è necessario correggere una complicanza di mastoplastica additiva come contrattura capsulare, doppio profilo, bottoming out, ecc.

In questo caso, il chirurgo plastico dovrà metterci un po’ più di tempo per poterti garantire un risultato perfetto.

Costo della clinica per la tua mastoplastica additiva a Milano Varese Como

In una metropoli così grande come Milano esistono decine e decine di cliniche in cui sottoporsi ad una mastoplastica additiva. Naturalmente, come ogni intervento chirurgico di chirurgico di chirurgia plastica, deve essere eseguito in strutture specializzate dove la sterilità e la sicurezza è al primo posto.

Esiste una differenza di prezzo anche abbastanza ampia tra le varie cliniche di Milano. Il chirurgo sarà quindi lo stesso ma se vuoi operarti in una clinica di preferenza, considera che il prezzo potrebbe variare anche considerevolmente soprattutto per il costo della degenza post operatoria.

Diffida di una mastoplastica additiva a basso costo

Esistono offerte su internet (vedi Groupon o altri siti simili) che svendono l’intervento a cifre che difficilmente coprono i costi di clinica, anestesista, chirurgo, protesi e degenza.

Dovresti stare attenta a queste mirabolanti offerte in quanto alcune volte i materiali usati non sono dei migliori e potrebbero mettere in pericolo non solo il risultato della tua mastoplastica additiva ma in alcuni casi anche la tua salute.

Inoltre, come detto, il costo della clinica è una delle parti più sostanziose del prezzo di un intervento di aumento del seno. Considera che risparmiare qualche centinaia di euro potrebbe esporti a operarti in strutture non proprio all’avanguardia o addirittura in strutture ambulatoriali dove eseguire questo tipo di interventi è proibito nonché illegale.

Conclusioni

Il prezzo di una mastoplastica additiva a Milano Varese Como è sicuramente un fattore importante per prendere la decisione di operarsi al seno ma no dovrebbe essere la cosa più importante.

Scegli un chirurgo plastico (specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica) come il Dr. Pellegatta, preparato e che sappia spiegarti qual è la tecnica e la protesi giusta per le tue esigenze.

Considera sempre prima di sottoporti ad un intervento chirurgico che questo non durerà solo il giorno della procedura ma per moltissimo tempo.

Sostenere un unico costo, anche se più alto, all’inizio è sicuramente più conveniente che dover sostenere un costo ulteriore di una revisione di un intervento andato male.

Non esiste una mastoplastica additiva uguale ad un’altra; per ottenere un risultato allo stato dell’arte è necessario scegliere un chirurgo plastico che sappia personalizzare la tecnica chirurgica secondo la tua anatomia e gusto personale.

I risultati dopo mastoplastica additiva a Milano Varese e Como

La paziente, dopo un aumento del seno con protesi, potrà aspettarsi un seno più grande e proporzion.ato, un décolleté più pieno e definito e delle forme sinuose che risalteranno la sua femminilità.

In alcuni casi selezionati, inoltre, potrà essere corretta una asimmetria di volume tra i 2 seni con la tecnica della mastoplastica additiva ibrida.

Il risultato è immediato e la paziente vedrà il cambiamento appena si sveglierà dall’intervento.

Naturalmente per il risultato finale potranno essere necessari circa 12 mesi per dare la possibilità alle protesi di assestarsi ed al gonfiore di assorbirsi completamente.

Perchè scegliere il dr. Pellegatta per la tua mastoplastica additiva?

Il Dr. Pellegatta saprà consigliarti il tipo di protesi adatta per il tuo seno e per il risultato che tu desideri non avendo timore di consigliarti il trattamento terapeutico più adatto a te.

Come chirurgo plastico formato internazionalmente, il Dr. Pellegatta è venuto in contatto con le nuove tecniche chirurgiche inerenti alla mastoplastica additiva e durante l’intervento chirurgico compie tutti i passaggi per raggiungere un risultato naturale, mai esagerato, esteticamente appagante, duraturo e sicuro.

Durante la mastoplastica additiva segue i punti necessari per evitare la contaminazione batterica e traumatismi dell’impianto, passi molto importanti per evitare complicanze a medio e lungo termine.

Il Dr. Pellegatta, inoltre, utilizza una particolare sutura che permette di chiudere ermeticamente la protesi e dare il sostegno necessario per evitare malposizionamenti a breve e lungo termine.

La sua grande e variegata esperienza nell’intervento di mastoplastica additiva gli permette di saper utilizzare tutte le forme di protesi (anatomica, ergonomica e rotonda) ed i vari posizionamenti, garantendo alla paziente un risultato personalizzato per i suoi tessuti, le sue misure e le sue preferenze.

Durante la visita a Milano, Varese o Como, il Dr. Pellegatta ti darà tutte le indicazioni per ottenere la migliore chirurgia di aumento del seno.

Mastoplastica additiva: domande frequenti

Di seguito alcune tra le domande più frequenti domandate dalle pazienti. Potrete trovare risposte più dettagliate e ampie nella sezione Blog del sito.

Il ritorno all’attività fisica è possibile dopo 1 mese per quanto riguarda le attività che non prevedano il movimento dell’articolazione scapolare. In ogni caso durante l’attività fisica dovrà essere utilizzato un reggiseno che mantenga in posizione il seno.
In caso di protesi rotonde regolare e progressiva attività fisica anche degli arti superiori potrà essere intrepresa dopo 3 mesi. Se viene inserita una protesi anatomica, questa può ruotare lungo il proprio asse ed è quindi consigliato attendere 5-6 mesi per riprendere l’attività fisica a pieno regime.

Le complicanze della mastoplastica additiva possono considerarsi rare o molto rare quando ad eseguirla è un chirurgo plastico preparato ed esperto nella tecnica.

Quando intervengono, potrebbe essere necessario impostare terapie mediche e/o chirurgiche.

Generalmente, scegliendo una protesi ideale per le misure ed i tessuti della paziente e usando una tecnica meticolosa il tasso di complicanze a breve, medio e lungo termine scende all’1.8 %.

Edema, ecchimosi e discromie

Edema, ecchimosi e discromie (gonfiore, lividi e variazioni di colore) sono presenti in misura variabile da paziente a paziente, possono essere talora modesti, altre volte più consistenti. Generalmente si riducono gradualmente fino a scomparire completamente dopo circa una settimana – 10 giorni

Con le protesi retromuscolari, la mammella apparirà inizialmente leggermente più alta del

normale. Nel giro di 3-6 settimane l’impianto scenderà gradualmente in una posizione più naturale.

Sanguinamento

Se si verifica un sanguinamento dopo l’intervento, può essere necessario ritardare l’asportazione di eventuali drenaggi. In presenza di ematoma importante si deve generalmente ricorrere alla sua evacuazione chirurgica.

Sieroma

È un accumulo anche significativo di siero (liquido) che può necessitare di ripetute aspirazioni con siringa.

Solitamente è piuttosto raro.

Sieroma tardivo

Le cause di questa complicanza non sono ancora ben conosciute ma sembra correlata alla rugosità delle protesi macrotesturizzate (in particolare Allergan) che causa una infiammazione cronica e successivamente la produzione di questo sieroma dopo mesi o anni dall’inserimento delle protesi.

Questa complicanza deve essere attentamente studiata in quanto potrebbe essere il primo campanello d’allarme per un BIA-ALCL.

Infezioni

Sono generalmente rare e necessitano di terapia antibiotica.

Possono causare deiscenze delle ferite e condizionare l’aspetto finale della cicatrice. In alcuni rari casi può essere necessario rimuovere l’impianto ed attendere alcune settimane o mesi per inserire una nuova protesi.

 Deiscenze delle ferite

Può verificarsi la separazione dei margini della ferita in alcuni tratti lungo il suo decorso, soprattutto quando si usa una cicatrice periareolare e una protesi molto grande.

Vengono medicate e controllate periodicamente per valutare il processo riparativo e in seguito, se necessario, si può procedere con una nuova sutura.

Esposizione della protesi

Rara, è dovuta generalmente alla necrosi dei tessuti sovrastanti; si adottano le stesse accortezze sopra menzionate.

Perdita di sensibilità del capezzolo

Dopo l’intervento una perdita di sensibilità cutanea è considerata normale. Essa è generalmente temporanea e scomparirà dopo qualche mese.

Contrattura capsulare

La protesi è un corpo estraneo e la reazione dell’organismo comporta la formazione di una capsula fibrosa che potrebbe con il tempo costringere la protesi e darle una consistenza maggiore.

Inoltre, se la contrattura è in una fase iniziale, una terapia medica con Accoleit (è un farmaco antiinfiammatorio utilizzato generalmente per la terapia dell’asma) potrebbe migliorarla e far riacquistare alla mammella la sua naturale morbidezza.

Nei casi più gravi, la contrattura può provocare dolore e una alterazione della forma della mammella e saranno quindi interventi che comportano la totale o parziale asportazione della capsula (capsulectomia) e sostituzione della protesi.

 Rotazione e Flipping della protesi

La rotazione di una protesi anatomica comporta una distorsione della forma della mammella non determinata invece da una protesi tonda e la correzione può essere con una manovra manuale esterna ma più spesso con una correzione chirurgica.

Il flipping è un completo capovolgimento della protesi con una alterazione estetica sia nel caso di protesi anatomiche che tonde. La correzione è la stessa in caso di rotazione.

Dislocazione della ghiandola

Complicanza molto rara. Può manifestarsi in seguito a importanti fibrosi cicatriziali da microematomi localizzati o da una successiva ptosi mammaria. Necessita di una correzione chirurgica.

Dislocazione delle protesi (bottoming out)

Nei casi meno gravi e più recenti talvolta potrebbe essere sufficiente un riposizionamento incruento mediante fascia compressiva.

In casi più gravi e inveterati è opportuna la correzione chirurgica con riposizionamento e ricostruzione del solco mammario.

Pieghe cutanee (wrinkling e folding)

Si possono manifestare in presenza di scarso spessore dei tessuti molli, di maggior reattività di tipo fibro-sclerotico o di un dimagramento post-operatorio. La correzione consiste o in un cambio di alloggiamento della protesi oppure in un innesto di tessuto adiposo autologo.

 Palpabilità e/o visibilità eccessiva delle protesi

Dipendono da una magrezza generalizzata della paziente o da una scarsità di tessuto adiposo nella zona toracica. Se possibile, la correzione consiste in un cambio di alloggiamento della protesi oppure in un innesto di tessuto adiposo autologo.

Doppio profilo (double bubble deformity)

Raro, ma in alcuni casi si può manifestare in corrispondenza del polo inferiore tra il solco mammario naturale e il nuovo solco e potrebbe essere necessario un secondo intervento di correzione.

Il rischio è maggiore nel caso di mammelle tuberose o di ptosi mammaria.

Sindrome di Mondor

Rarissima ed è probabilmente data da una trombo-flebite delle vene toraco-epigastriche. La terapia è sintomatica con antidolorifici e antiinfiammatori sistemici e locali. La guarigione avviene generalmente entro pochi mesi.

Rottura della protesi

Può avvenire a seguito di traumi esterni accidentali. La diagnosi non è sempre facile e necessita di esami come ecografia e mammografia.

In alcuni casi (rottura intracapsulare posteriore della protesi) il sospetto deve essere supportato dalla Risonanza Magnetica.

Alla diagnosi di rottura deve seguire la sostituzione della protesi.

ALCL (Linfoma anaplastico)

Recente ma importante patologia che sembra associata alle protesi macrotesturizzate che sono state proibite all’inizio del 2019.

Nella maggior parte dei casi viene mascherato da un aumento asimmetrico del seno dovuto ad un sieroma tardivo.

La citologia di questo liquido può portare alla diagnosi certa.

Il trattamento di questa evenienza patologica consiste nella rimozione della protesi, asportazione completa della capsula ed eventualmente inserimento di una nuova protesi in un secondo momento.

Le cause di questa patologia sono tuttora sotto investigazione.

Si tratta comunque di una patologia rarissima e nella stragrande maggioranza dei casi trattabile con un intervento chirurgico di routine.

Ogni marca di protesi ha la propria particolare formula di garanzia. Le marche più famose di impianti mammari che il Dr. Pellegatta utilizza ossia Motiva, Polytech e Mentor hanno una garanzia contro la rottura del device ed alcune di esse contro la contrattura capsulare.
Le protesi motiva presentano un chip all’interno del guscio in silicone che registrano alcune variazione di fattori come temperatura e pressione e possono essere analizzate se dovesse essere necessario cambiare la protesi.

A differenza di ciò che è comunemente dichiarato dai media, non esiste una data di scadenza per la protesi. Le protesi di nuova generazione sono virtualmente infinite ma il nostro corpo non lo è e cambia ed invecchia col passare degli anni.
Per questo motivo una protesi può rimanere in sede per decenni o può essere sostituita dopo pochi anni a seconda delle modificazioni che il nostro corpo subisce.
È consigliabile, non per la presenza della protesi, ma per prevenzione diagnostica delle lesioni tumorali della mammella eseguire una ecografia annuale che potrà valutare il buono stato della protesi e l’assenza di lesioni sospette al parenchima mammario.

Sebbene molti chirurghi, plastici e non, dichiarano che non esista una vera differenza tra una protesi anatomica e tonda questo non è assolutamente esatto. Brevemente la protesi tonda è indicata per una paziente che richiede un risultato visibile con un polo superiore della mammella pieno e rotondo.
La protesi anatomica è adatta per un risultato più naturale, mascherato e raffinato.

Le protesi al seno non causano in nessun modo il tumore alla mammella se inteso come carcinoma mammario. Non esiste ad oggi un singolo di caso di carcinoma mammario causato da protesi mammaria.
In una percentuale estremamente bassa di casi, l’inserimento di alcune protesi a superficie macrotesturizzata ha portato alla scoperta del cosiddetto BIA-ALCL o linfoma anaplastico a cellule giganti associato alle protesi mammarie.
Sebbene ancora non chiara, la patogenesi di questo linfoma sembra dovuta ad un continuo microtrauma ed infiammazione causata dallo sfregamento della superficie di questo tipo di protesi e i tessuti circostanti.
Queste protesi non sono più disponibili sul mercato e la grandissima maggioranza dei casi in cui è stato accertato questo linfoma è stato curato con la rimozione della protesi e di tutta la capsula che la circonda.
I segni di allarme da tenere sotto controllo sono una raccolta di liquido (sieroma tardivo) che si sviluppa a distanza di mesi o anni dalla chirurgia.

Non esiste universalmente un piano ideale di inserimento della protesi ma questa è scelta durante la visita ed il colloquio con la paziente.
Personalmente, considero la tecnica dual plane molto versatile ed ideale per la maggiorparte dei casi e nel 90% della mia pratica professionale ha rappresentato il piano di posizionamento scelto.

Raramente è possibile ottenere un risultato comparabili ad una mastoplastica additiva con protesi in termini di dimensioni utilizzando solo il proprio grasso.
Il tessuto adiposo però rappresenta però un preziosissimo strumento per migliorare il risultato di una mastoplastica additiva soprattutto per chi desidera la regione intramammaria (cleveage) piena e accattivante. Inoltre il lipofilling può essere utilizzato per correggere piccole asimmetrie tra un seno ed un altro che con le protesi sarebbero difficili da correggere.

Il volume è la caratteristica meno importante di un impianto protesico. La base della protesi rappresenta l’elemento fondamentale per una protesi di dimensione ideale e per poter ottenere un risultato naturale.
Esistono metodi che possono fornire un’idea alla paziente riguardo il risultato post operatorio prima di sottoporsi ad una mastoplastica additiva. Questi metodi, rappresentati da simulazioni virtuali computerizzate (Vectra, Crisalix), reggiseni con protesi di prova, ecc., si sono dimostrati poco precisi e non sostituiscono l’esperienza ed il senso critico del chirurgo nell’indicare un ventaglio di scelte alla paziente che possano incontrare i suoi gusti e preferenze.

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