Otoplastica – Intervento per orecchie a sventola

L’otoplastica è l’intervento di chirurgia estetica delle orecchie che si occupa di correggere le orecchie a sventola diminuendo la distanza del padiglione auricolare dalla testa e ripristinando le pieghe e gli angoli fisiologici delle cartilagini auricolari.

 

Intervento per orecchie a sventola: che cos'è?

Alcuni soggetti (circa il 6% della popolazione) presentano una maggiore separazione del padiglione auricolare rispetto al cranio. Questa situazione è denominata orecchio “a sventola” o in termine medico, ad ansa e indicano un padiglione auricolare più prominente del normale.

Tale inestetismo è presente fin dalla nascita e quando il difetto è tale da provocare conseguenze e/o traumi socio-psicologici, è possibile intervenire sin dall’età infantile, generalmente intorno agli 8/10 anni, quando il bambino può accusare i primi cali di autostima all’inizio dell’età scolare, causando un grande complesso e diventando fonte di conflitti scolastici o imbarazzo sociale.

Le orecchie a sventola – chiamate anche orecchie prominenti o orecchie ad ansa – sono il risultato di un difetto anatomico del padiglione auricolare, dovuto a una eccessiva prominenza della conca e all’assenza o riduzione delle pieghe fisiologiche dell’orecchio (elice ed antelice).

L’intervento di otoplastica viene eseguito per correggere il difetto più comune caratterizzato da un’eccessiva protrusione (allargamento) delle orecchie con il fine di riporle in una posizione più fisiologica rendendole così meno evidenti permettendo di correggere la posizione delle orecchie a sventola, per avvicinarle alla testa.
Si ha quindi un miglioramento dell’aspetto dei padiglioni auricolari e in generale nell’aspetto del viso del paziente.

Otoplastica: per chi è indicata?
  • Per chi desidera correggere le orecchie a sventola
  • Per chi presenta una forma del proprio orecchio con mancanza delle pieghe fisiologiche
  • Per chi vuole correggere una asimmetria tra le due orecchie
  • Per chi desidera ricreare le pieghe fisiologiche del proprio padiglione auricolare

La decisione se sottoporsi ad un’otoplastica è molto delicata nei bambini.
Molte volte il bambino non si rende conto dell’inestetismo che ha e non gli fa caso.
Purtroppo a farglielo notare sono i suoi coetanei che molte volte lo nominano con epiteti poco piacevoli che possono gettare il giovane in uno stato di vergogna ed insicurezza.

Il consiglio ai genitori di osservare il comportamento del loro bambino riguardo alle orecchie prima di decidere se sottoporlo o meno all’otoplastica. È preferibile non insistere e aspettare di verificare che il bambino manifesti da solo il desiderio di non avere più le orecchie a sventola e non parlargli di questo intervento se non ha manifestato disturbi di nessun tipo.
In genere, il bambino che è d’accordo con l’intervento collabora in maniera migliore ed è meno spaventato durante e dopo l’intervento.

Questa procedura si chiama otoplastica e consiste in una incisione nella parte posteriore dell’orecchio per asportare e esporre la cartilagine della conca e dare una nuova forma e posizione al padiglione auricolare creando una forma naturale.
Esistono molteplici tecniche per la correzione delle orecchie a ventola ma generalmente tutte implicano alcuni passaggi principali:

  • Incisione posteriore con piccola asportazione di cute.
  • Asportazione di una porzione di cartilagine della conca.
  • Indebolimento della cartilagine tramite micro-incisioni.
  • Creazione o definizione delle pieghe di elice ed antelice.
  • Posizionamento di punto conco-mastoideo, ossia tra la base dell’orecchio e la cute al di sopra dell’osso mastoide.
  • Sutura.

Una medicazione con garza grassa e garze sterile verrà eseguita alla fine dell’intervento e lasciata per circa 2-3 giorni fino al primo controllo post-operatorio.
La chirurgia dura circa 60-90 minuti e si può effettuare in day surgery in anestesia locale con sedazione leggera o in anestesia generale nel caso di bambini.

Le cicatrici presenti dopo un intervento di otoplastica sono permanenti ma si rendono gradualmente meno evidenti con il tempo considerando che a 12 mesi circa si ha generalmente la loro completa maturazione.

Per tale periodo, le cicatrici non dovranno essere esposte direttamente al sole (quindi impiegare indumenti o creme con filtro antisolare totale) o al calore intenso (es. sauna, lampada UVA) e potranno, se necessario, essere massaggiate con idonee creme cicatrizzanti a base di silicono o trattate con lamine, sempre a base di silicone, da applicare per 6-12 mesi.

La qualità finale delle cicatrici, oltre che dipendere dalla propria capacità di guarigione dipende anche da una corretta collaborazione del paziente nella gestione del post-operatorio.

Le cicatrici residue sono comunque poco visibili perché nascoste nel solco retroauricolare anche se raramente può essere necessaria una revisione della cicatrice per ottenere il miglior risultato estetico possibile.

In alcuni rari casi le suture interne, che sono collocate piuttosto in superficie, possono creare irritazioni da decubito e pertanto devono essere rimosse. Questi piccoli interventi di correzione possono essere eseguiti in anestesia locale in regime ambulatoriale.

Una cicatrice patologica (ipertrofica o cheloidea) può formarsi sulla faccia posteriore dell’orecchio per motivi non dipendenti dall’intervento ma legati alla naturale tendenza di alcune persone a produrre questo tipo di cicatrici.

In tal caso, è necessario l’utilizzo di cerotti siliconati o gel al silicone o un trattamento di iniezioni locali di cortisone o una correzione chirurgica.

In alcuni rari casi, è possibile a distanza di anni che l’orecchio torni nella posizione pre-operatoria e sarà quindi necessario un ulteriore intervento di correzione.

Otoplastica: indicazioni da seguire nel post operatorio

Durante il primo periodo le orecchie potrebbero apparire gonfie e tumefatte, ma questo gonfiore si riassorbirà nell’arco di circa 1 mese. È possibile che la sensibilità delle orecchie risulti alterata per alcuni mesi. Il risultato finale sarà visibile dopo 6-12 mesi.

Durante i primi giorni postoperatori, è normale avvertire un certo dolore, che potrà essere comunque gestito dal paziente tramite gli analgesici prescritti. Assieme ad essi sarà impostata una terapia antibiotica.

È possibile riprendere le normali attività quotidiane già a partire dal giorno successivo all’otoplastica. L’attività sportiva dovrà invece attendere almeno un mese.
È consigliato portare una fascia sportiva compressiva per le prime 2 settimane giorno e notte e fino ai 3 mesi solo di notte.

A causa dell’interruzione delle connessioni vascolari tra la cute e la cartilagine dell’orecchio, è consigliato non esporre le orecchie a temperature estreme troppo fredde o troppo calde per un periodo di un mese dopo l’operazione (evitare ad esempio l’asciugacapelli).

Si raccomanda inoltre di evitare di indossare occhiali molto pesanti per circa 30 giorni soprattutto se hanno una montatura pesante.

*La durata dell’intervento, i tempi di guarigione, i tempi di recupero post operatorio e il risultato possono variare da paziente a paziente.

Otoplastica non invasiva

È da qualche anno presente sul mercato un dispositivo chiamato EarFold™ pubblicizzato per ragioni di marketing come otoplastica non chirurgica.

In realtà il posizionamento di questo dispositivo prevede un piccolo intervento in anestesia locale con blocco nervoso.

Gli obiettivi di questa tecnica e le sue potenzialità chirurgiche sono comunque molto differenti.

EarFold ™ è una striscia di metallo sottile e ricurva, costituita da Nitinol, una particolare lega dalle proprietà elastiche.

Questa barretta di metallo verrà inserita in seguito ad una incisione.

Una volta in posizione, EarFold™ si attaccherà alla cartilagine dell’orecchio e adotterà la forma utile a creare una piega anti-elice. Ciò permette di ridurre la prominenza delle orecchie.

Questo tipo di device deve essere utilizzato per casi ben selezionati, soprattutto cioè negli individui che presentano una conca abbondante e profonda.

Con questa tecnica è possibile solamente creare definizione della piega dell’antelice e non trattare l’angolo cefalo auricolare.

In alcuni casi, inoltre, questo tipo di dispositivo non è raccomandato in quando potrebbe essere palpabile se la cute è troppo sottile.

Il costo dipende dal tipo di anestesia, dal tipo di tecnica usata, dalla clinica in cui verrà eseguito l’intervento e dal tempo necessario in sala operatoria.

N.B.: il costo di ogni singolo intervento chirurgico può essere preventivato solamente a seguito di un’attenta e approfondita visita specialistica dove verrà valutato il singolo caso.

Intervento per orecchie a sventola: domande frequenti

Di seguito alcune tra le domande più frequenti domandate dalle pazienti. Potrete trovare risposte più dettagliate e ampie nella sezione Blog del sito.

No, non ci sono correlazioni tra otoplastica e peggioramento dell’udito perché le strutture adibite sono localizzate molto più internamente.

I capelli si possono lavare dopo il primo incontro post-operatorio facendo attenzione a tenere sempre asciutta l’area dove sono posti i punti.

È opportuno considerare che qualsiasi procedura chirurgica, per quanto piccola e limitata possa essere ed eseguita su pazienti in buone condizioni generali, comporta sempre la non prevedibile possibilità di insorgenza di complicazioni generali, il cui tipo

e gravità sono anch’esse non prevedibili.

Statisticamente si può affermare che, per persone in buone condizioni generali i cui esami clinici non dimostrino alterazioni che possono aumentare il tasso di rischio, la possibilità di insorgenza di complicazioni gravi o gravissime è pressoché teorica.

Le complicanze sono rare. Quando intervengono, è necessario impostare terapie mediche e/o chirurgiche.

Sanguinamento

Piccole macchie di sangue possono essere presenti sul bendaggio compressivo e sono normali; se invece tende ad ingrandirsi è opportuno contattare il medico.

Sierosità o sangue potrebbero accumularsi tra la cute e la cartilagine e quindi potrebbe essere necessario aspirarlo o riaprire la ferita al fine di rimuoverlo e prevenire ulteriori sanguinamenti.

 È bene segnalare al chirurgo la comparsa di dolore importante nei primi giorni postoperatori in quanto potrebbe essere indicativo di presenza di sangue fra la cute e la cartilagine dell’orecchio.

Infezioni

Sono generalmente rare e necessitano di terapia antibiotica. Possono causare deiscenze delle ferite e condizionare l’aspetto finale della cicatrice.

Gonfiore

È sempre presente dopo l’intervento e si riduce gradualmente fino a scomparire completamente in circa 20-30gg. Un modico grado di edema (e eventuali variazioni di colore) può persistere per qualche settimana o qualche mese.

Deiscenze delle ferite

Può verificarsi la separazione dei margini della ferita in alcuni tratti lungo il suo decorso. Vengono medicate e controllate periodicamente per valutare il processo riparativo e in

seguito, se necessario, si può procedere con una nuova sutura.

Nei casi in cui sia presente una infezione sarà utile impostare una terapia antibiotica mirata.

Una igiene personale accurate è fondamentale per ridurre la possibilità di questo tipo di complicanze

Perdita di tessuti

È rara, consiste nella presenza di necrosi cutanee, generalmente di piccole dimensioni, a livello dei margini della ferita.

Qualora dovesse accadere saranno necessarie medicazioni ravvicinate ed un eventuale intervento chirurgico per asportare le aree necrotiche e cercare, se possibile, di chiudere le perdite di sostanza nel modo più rapido e sicuro.

Successivamente si reinterverrà per ripristinare un adeguato risultato estetico.

Ipo/anestesie cutanee

Sono alterazioni temporanee della sensibilità cutanea e si riducono gradualmente in circa un mese.

Recidiva

Per quanto modificata chirurgicamente, la forma del padiglione auricolare mantiene una certa memoria di prima dell’intervento che, soprattutto in caso di non applicazione di fasce compressive per i primi tempi, può portare ad una recidiva della condizione di orecchie ad ansa.

È assolutamente prioritario seguire le indicazioni del chirurgo plastico alla dimissione ed indossare per i primi mesi fasce di compressioni per evitare le recidive.

Asimmetria:

le piccole asimmetrie sono assolutamente normali in quanto le orecchie non sono mai uguali nemmeno prima dell’intervento. Per questo motivo è molto importante effettuare buone fotografie prima del procedimento per dimostrare la differenza anche prima dell’intervento,

Le cicatrici sono praticamente invisibili in quanto sono nascoste posteriormente nella piega dell’orecchio.