Il seno tuberoso è una malformazione mammaria che si può correggere con una o più tecniche di chirurgia estetica del seno che permettono di allargare la base del seno e correggere la forma a cono propria di questo inestetismo.
Che cos'è il seno tuberoso?
Si definisce seno tuberoso una mammella che ha una forma allungata con base costretta e complesso areola capezzolo solitamente di grosse dimensioni.
Questa situazione è presente sin dai primi anni di sviluppo adolescenziale e può causare problemi di natura psicologica nellagiovane donna.
Il seno tuberoso è piuttosto frequente.
Articoli in letteratura stimano che almeno una 1 donna su 2 che richiede una mastoplastica additiva, cioè aumento del seno, o una riduzione del seno o una mastopessi ossia un lifting del seno, presentano almeno una tra le caratteristiche di seno tuberoso descritte sopra. Si stima invece che le giovani donne che presentino un seno tuberoso con tutte le caratteristiche di cui dicevamo prima siano tra il 3 ed il 7%.
La diagnosi è solo clinica ed è solitamente la giovane donna che si reca dal medico di famiglia o direttamente dal chirurgo plastico per migliorare la forma del suo seno. Esistono di base alcune caratteristiche che sono proprie del seno tuberoso:
• Areola ipertrofica di grandi dimensioni. • Una minore quantità di cute sia nel vettore verticale che orizzontale, quindi la mammella risulta schiacciata. • Un’erniazione della ghiandola a livello dell’areola. • Una elevazione della piega al di sotto della mammella, cioè il solco che esiste come limite tra la regione pettorale e quella addominale. • Una riduzione della quantità di ghiandola mammaria. • Una base della mammella costretta con mancanza di tessuto soprattutto nei quadranti inferiori.
Esistono 3 gradi di gravità di questa malformazione che dipendono da dove è mancante il tessuto della mammella. Nel grado meno grave c’è una mancanza di tessuto nella parte infero mediale, nel più grave in tutti i quadranti della mammella e praticamente il tessuto mammario è presente solo a livello dell’areola.
La correzione di questo tipo di situazione malformativa è molto complessa da attuare e prevede un post operatorio più lungo rispetto ad una normale mastoplastica additiva o mastopessi.
La terapia è sempre chirurgica. Solitamente per i casi più complessi sono necessari più interventi combinati in uno o 2 tempi operatori.
In alcuni casi è necessario un espansore per espandere la pelle e la ghiandola che poi verrà sostituito da una protesi definitiva.
I casi meno complessi possono essere corretti con l’inserimento di una protesi al seno dopo avere liberato l’anello fibroso che costringe la ghiandola per espandere la porzione inferiore.
In altri casi è indicato il cosiddetto lipofilling cioè il trasferimento di grasso da una parte del corpo che può essere dalla pancia o dalle cosce al seno per modellare il cono mammario e renderlo più armonico o simmetrico rispetto all’altro seno. In altri casi è indicata una sollevamento del seno per dare nuova forma tramite lembi di tessuto adiposo e ghiandolare al seno tuberoso. Molte volte una combinazione di queste 3 interventi è utile per risolvere il problema.
Solitamente il piano chirurgico prevede l’inserimento di una protesi, una mastopessi solitamente periareolare e eventualmente innesto di tessuto adiposo.
Alla fine della chirurgia può essere necessario il posizionamento di un drenaggio che sarà rimosso dopo 5-7 giorni.
La correzione della mammella tuberosa avviene sempre in anestesia generale ed è un intervento che nei casi più complessi può raggiungere le 4 ore di tempo chirurgico. È consigliato per questo tipo di casi una degenza di almeno una notte, mentre per i casi meno complessi la paziente può fare il suo ritorno a casa in serata.
Post operatorio e convalescenza dall'intervento per seno tuberoso
Durante i primi giorni i seni appariranno molto gonfi e deformati. La paziente non deve preoccuparsi perché questo è dovuto alla raccolta di edema a livello dei tessuti mammari ed eventualmente al liquido di infiltrazione contenuto nel tessuto adiposo iniettato. Il raggiungimento del risultato definitivo è più lungo rispetto a una normale mastopessi con protesi e solitamente si ha bisogno di circa 120 giorni per l’assorbimento completo di edema e ecchimosi. Liquido paglierino sieroso potrà fuoriuscire dalla incisioni per i primi 2-3 giorni. La paziente potrà lavare sotto la doccia la regione mammaria solo dopo il primo controllo e potrà cominciare di nuovo a bagnarsi in vasca o in piscina dopo 45 giorni.
Ogni singola persona “reagisce” all’intervento in modalità differenti, in relazione alle proprie capacità fisiche e mentali e svolge attività lavorative e/o sportive che possono
essere più o meno impegnative. Con tale consapevolezza, le indicazioni e i tempi di recupero da rispettare generalmente sono:
Riposo a letto: 24-48 ore (la posizione supina è indicata per 2 settimane circa)
Sforzi con gli arti superiori: ridotti per circa 2 settimane
Modesto riposo: la prima settimana
Doccia completa con cerotti di carta dal giorno seguente
Attività sociali / lavoro: ridotte per circa 2 settimane
Attività sportive: dopo 3-4 settimane circa (dopo 2 mesi per esercizi con gli arti superiori)
La paziente sarà seguita per medicazioni post-operatorie per i primi 20 giorni circa giorni. Il primo controllo sarà fissato dopo circa 3 giorni per escludere complicanze precoci e dopo 10 giorni per valutare l’evoluzione della chirurgia e per rimuovere i punti che sono quasi sempre intracutanei e riassorbibili. A 3 settimane l’edema comincerà a riassorbirsi e paziente e chirurgo potranno iniziare a vedere un risultato stabile. Durante questo controllo verranno inoltre prescritti i presidi per il trattamento della cicatrice.
*La durata dell’intervento, i tempi di guarigione, i tempi di recupero post operatorio e il risultato possono variare da paziente a paziente.
Alla dimissione verranno prescritti antibiotici da assumere per 7-10 giorni, antidolorifici come FANS o oppioidi lievi e ghiaccio al bisogno per il riassorbimento dell’edema. Dalla seconda settimana potranno essere prescritti se necessari anti-edemigeni o cortisone per ridurre un eventuale edema persistente. La paziente dovrà indossare dal giorno stesso della chirurgia un reggiseno apposito che terrà giorno e notte per i primi 30-45 giorni. Dopo questo periodo potrà indossare un reggiseno sportivo senza ferretto fino ai 3-4 mesi dall’intervento e potrà ricominciare l’attività fisica con le braccia dopo 6 mesi. Una volta che la ferita sarà consolidata, saranno prescritte una crema ed una lamina a base di silicone per il trattamento della cicatrice.
Rischi e possibili complicanze dovute alla correzione del seno tuberoso
Generalmente le complicazioni dovute al trattamento di questa malformazione sono rare ma comunque superiori a quelle di una mastoplastica additiva tradizionale o ad una mastopessi tradizionale in quanto i tessuti della mammella verranno estensivamente trattati chirurgicamente.
Il tipo di complicanze dipende dall’intervento necessario alla correzione del seno tuberoso che come visto può essere molto differente tra donna e donna.
In questo paragrafo verranno riportate le complicanze più importanti a seconda della procedura chirurgica indicata.
COMPLICANZE GENERALI
Le complicanze generali comprendono:
Edema, ecchimosi e discromie
Edema, ecchimosi e discromie (gonfiore, lividi e variazioni di colore) sono presenti in misura variabile da paziente a paziente, possono essere talora modesti, altre volte più consistenti. Generalmente si riducono gradualmente fino a scomparire completamente
in circa 30-60 giorni.
Sanguinamento
Se si verifica un sanguinamento dopo l’intervento, può essere necessario ritardare l’asportazione dei drenaggi. In presenza di ematoma importante si deve generalmente ricorrere alla sua evacuazione chirurgica.
Sieroma
È un accumulo anche significativo di siero (liquido) che può necessitare di ripetute aspirazioni con siringa.
Infezioni
Sono generalmente rare e necessitano di terapia antibiotica. Possono causare deiscenze delle ferite e condizionare l’aspetto finale della cicatrice.
Deiscenze delle ferite
Può verificarsi la separazione dei margini della ferita in alcuni tratti lungo il suo decorso. Vengono medicate e controllate periodicamente per valutare il processo riparativo e in seguito, se necessario, si può procedere con una nuova sutura.
COMPLICANZE DOVUTE ALLA MASTOPESSI
Perdita di un capezzolo
La perdita parziale o totale di un capezzolo è estremamente rara, ma è riportato qualche caso nella letteratura medica. Qualora dovesse accadere, può essere eseguito in un tempo successivo un intervento ricostruttivo con risultati soddisfacenti.
Asimmetrie
Possono essere riscontrate nella forma, dimensioni o posizione dell’areola, generalmente sono di modesta entità e più frequenti in caso di mammelle con importanti asimmetrie di base come nel caso del seno tuberoso.
Naturalmente, l’asimmetria di base sarà decisamente migliorata grazie all’intervento.
COMPICANZE DOVUTE ALLA MASTOPLASTICA ADDITIVA
Doppio profilo (double bubble deformity)
Raro, ma in alcuni casi si può manifestare in corrispondenza del polo inferiore tra il solco mammario naturale e il neo-solco e potrebbe essere necessario un secondo intervento di correzione. Il rischio è maggiore nel caso di mammelle tuberose o di ptosi mammaria.
Dislocazione delle protesi (bottoming out)
Nei casi meno gravi e più recenti talvolta potrebbe essere sufficiente un riposizionamento incruento mediante fascia compressiva. In casi più gravi e inveterati è opportuna la correzione chirurgica con riposizionamento e ricostruzione del solco mammario.
Pieghe cutanee (wrinkling e folding)
Si possono manifestare in presenza di scarso spessore dei tessuti molli, di maggior reattività di tipo fibro-sclerotico o di un dimagramento post-operatorio.
Palpabilità e/o visibilità eccessiva delle protesi
Dipendono da una magrezza generalizzata della paziente o da una scarsità di tessuto adiposo nella zona toracica.
Rotazione della protesi
La rotazione di una protesi anatomica comporta una distorsione della forma della mammella non determinata invece da una protesi tonda e la correzione può essere con
una manovra manuale esterna ma più spesso con una correzione chirurgica.
Contrattura capsulare
La protesi è un corpo estraneo e la reazione dell’organismo comporta la formazione di una capsula fibrosa che potrebbe con il tempo costringere la protesi e darle una consistenza maggiore. Nei casi più gravi, la contrattura può provocare dolore e una alterazione della forma della mammella e saranno quindi interventi che comportano la totale o parziale asportazione della capsula (capsulectomia) e sostituzione della protesi.
COMPLICANZE DOVUTE AL TRASFERIMENTO DI TESSUTO ADIPOSO
Solitamente il lipofilling del seno in un seno tuberoso serve per correggere asimmetrie o a dare un contorno mammario più regolare.
In generale, le complicanze dovute a questo intervento sono assolutamente trascurabili.
Come detto nella sezione Lipofilling seno del sito web del Dr. Pellegatta, la più frequente complicanza del lipofilling, che in realtà non può essere considerata complicanza, è il riassorbimento del tessuto adiposo nei mesi successivi.
Questo riassorbimento può essere variabile tra il 20 ed il 40% del totale iniettato.
Costi per correggere il seno tuberoso
Il costo dipende dalla necessità o meno di una protesi mammaria e innesto di tessuto adiposo, dal tipo di tecnica utilizzata, dalla clinica in cui verrà eseguito l’intervento e dal tempo necessario in sala operatoria.
N.B.: il costo di ogni singolo intervento chirurgico può essere preventivato solamente a seguito di un’attenta e approfondita visita specialistica dove il Dr. Pellegatta proporrà alla paziente un piano chirurgico per la correzione del seno tuberoso.
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