La mastoplastica additiva è tra gli interventi di chirurgia plastica estetica più diffusi e più desiderati dal pubblico femminile. Essa consiste nell’inserimento di una protesi di contenuto siliconico nella regione pettorale per l’aumento delle dimensioni del seno. In questo breve articolo si analizzeranno 5 consigli e curiosità sulla mastoplastica additiva.
Mastoplastica additiva e forma delle protesi
Esistono basicamente 2 forme di impianti mammari.
Le protesi tonde
che hanno una larghezza uguale alla loro altezza e sono indicate in quelle pazienti che desiderano un polo superiore pieno (per intenderci la parte di seno che si vede quando si indossa un top abbastanza scollato)
Le protesi anatomiche (o a goccia)
che permettono di ottenere un risultato più naturale con un polo inferiore più espanso ed un profilo più armonico, elegante e meno esagerato rispetto alla protesi tonda.
Recentemente, inoltre, sono state introdotte le cosiddette protesi ergonomiche, ovvero impianti che se in posizione clinostatica (orizzontale) si comportano come protesi tonde, mentre in posizione ortostatica (verticale), grazie alle particolari proprietà del gel di silicone al suo interno, assumono una forma più a goccia.
Mastoplastica additiva e misura delle protesi
Molte pazienti arrivano alla visita con il chirurgo plastico portando foto di decolleté di un seno rifatto di persone famose o modelle, o chiedendo una protesi di un certo volume. In realtà il volume della protesi è la caratteristica meno importante ed è il risultato della sua larghezza, altezza e proiezione. La misura più importante per la scelta di una protesi è rappresentata dalla sua base (cioè quanto è larga).
Questa misura viene calcolata a seconda di quanto è larga la base della mammella della paziente. La larghezza della protesi non deve mai superare la larghezza della mammella in quanto in caso contrario per inserire una protesi di una dimensione eccessiva si finirebbe per stravolgere completamente l’anatomia fasciale e muscolare della regione pettorale con relativo aumento delle possibili complicanze.
Per diminuire drasticamente queste possibili complicanze è quindi necessario scegliere una protesi che sia adatta alle misure anatomiche della paziente.
Mastoplastica additiva e post operatorio
Non appena terminato l’intervento di mastoplastica additiva si innesca un processo infiammatorio dovuto al trauma della chirurgia. Questo provoca edema, che fa apparire il seno gonfio e molto abbondante soprattutto nelle prime 2 settimane. Durante il periodo successivo questo liquido viene assorbito gradualmente mostrando un risultato che si avvicina a quello finale. Solitamente sono necessari almeno 3 mesi per avere un’idea precisa e definita dell’aspetto del seno di una paziente.
Altre piccole modificazioni del risultato, inoltre, possono occorrere fino ai 12 mesi. Dunque è importante essere pazienti e seguire le indicazioni del proprio chirurgo plastico per una guarigione senza preoccupazioni.
Mastoplastica additiva e allattamento
Molte donne credono che sottoporsi ad un intervento di aumento del seno significhi non poter allattare dopo la gravidanza. In realtà questo non è sempre vero in quanto moltissime volte la parte di ghiandola mammaria, dove sono contenuti i dotti responsabili della secrezione del latte, non viene praticamente manipolata in quanto la protesi viene posta per gran parte al di sotto del muscolo (mastoplastica dual plane).
Diverso è il discorso se sia indicato o meno sottoporsi ad una mastoplastica additiva avendo il desiderio di diventare mamma in breve tempo. In questo caso bisogna tenere conto che l’allattamento, soprattutto per lunghi periodi, può modificare la forma e la consistenza della ghiandola mammaria modificandone l’aspetto.
In questo caso, per correggere queste modificazioni, potrebbe essere necessaria una mastopessi, cioè un riconfezionamento ed un lifting del cono mammario.
Mastoplastica additiva e mammografia
È pensiero comune che una protesi possa causare problemi a una donna che segue i periodici controlli mammografici.
In realtà le moderne protesi di eccellente qualità sono completamente radiotrasparenti e non disturbano in nessun modo l’esecuzione di una mammografia. Nonostante questo è sempre utile informare preventivamente il radiologo della presenza di una protesi mammaria in modo che possa adottare proiezioni apposite che possano evidenziare in maniera migliore il parenchima mammario.