Mastoplastica additiva e lipofilling: protesi e grasso insieme

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Esistono principalmente 2 modi per aumentare il seno: la mastoplastica additiva in cui si inseriscono delle protesi o il lipofilling, in cui il seno di una paziente può essere aumentato con il grasso prelevato da altre aree in cui si trova in abbondanza.

In che quantità si riassorbe il grasso dopo un lipofilling?

Il trasferimento di grasso a livello del seno ha indicazioni piuttosto precise.
È da precisare come sicuramente un intervento di lipofilling non possa aumentare di molto il seno di una paziente in quanto, se innestato in eccessive quantità, il tessuto adiposo viene riassorbito in gran parte.
Solitamente invece, se innestato nel giusto modo, nelle giuste quantità ed in diversi piani tissutali il tessuto adiposo può permanere fino all’80% della quantità iniziale. Per questo motivo il trasferimento di grasso nella regione mammaria è soprattutto indicato qualora una paziente desideri un aumento contenuto del volume del proprio seno o desideri correggere un’asimmetria di volume tra le due mammelle.

Quali sono le controindicazione di un lipofilling al seno?

Esistono inoltre condizioni che rappresentano delle controindicazioni all’intervento. Ad esempio una paziente molto magra senza adiposità localizzate sarà una paziente difficilmente indicata per un lipofilling al seno.
Anche in caso di seni svuotati e cadaenti il lipofillingo non presenta una giusta alternativa alla mastoplastica additiva o ad una mastopessi (lifting del seno). Questa situazione è dovuta al fatto che, in caso di un seno svuotato e cadente, oltre una mancanza di volume è presente anche una rilassatezza dei tessuti (ptosi mammaria). L’infiltrazione del grasso in una mammella di questo tipo non è in grado di portare ad un lifting dei tessuti ma li appesantirà ulteriormente, causando, a lungo termine, un aggravamento del grado di ptosi se questa non venisse corretta chirurgicamente con un intervento di mastopessi.

Quando mastoplastica additiva con protesi e lipofilling possono coesistere?

Esistono alcune indicazioni nelle quali il trasferimento di grasso può migliorare alcuni dettagli di una mastoplastica additiva con sola protesi.
Ad esempio, in caso la distanza mediana tra le due mammelle sia considerata, già pre-operativamente, eccessiva, può essere indicato innestare una quantità di tessuto adiposo nella regione subito mediale alle protesi, detta cleavage.
Un’altra indicazione è rappresentata dall’aumento del polo superiore mammario. Alcune pazienti infatti richiedono un risultato naturale che può essere proposto solo con l’inserimento di una protesi anatomica. Le stesse pazienti però possono richiedere una maggiore pienezza della parte superiore del petto, risultato che con una protesi anatomica non può essere completamente raggiunto. In questo caso piccole o moderate quantità di grasso possono essere utilizzate per rifinire e riempire il polo superiore della mammella senza rinunciare al risultato naturale della protesi anatomica.

Quali sono le differenze nel post operatorio e nella possibilità di complicanze?

Il trasferimento di grasso a livello del seno ha indicazioni piuttosto precise.
Il tessuto adiposo viene innestato a livello sottocutaneo, quindi non viene mai a contatto con la protesi e di conseguenza non porta ad un aumento di complicanze infettive o di malposizionamento.
L’unica differenza tra una mastoplastica additiva tradizionale ed una chirurgia ibrida con lipofilling è che il risultato finale della chirurgia può richiedere più tempo. Questo ritardo nel raggiungimento di un risultato definitivo dopo un aumento del seno è dovuto soprattutto ad un maggiore richiamo di cellule infiammatorie e quindi di edema post operatorio quando si procede alla chirurgia ibrida.
I tempi di recupero, così come i controlli post operatori saranno comunque non tanto dissimili dalla mastoplastica additiva tradizionale.

 

 

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