Dove inserire la protesi in una mastoplastica additiva: sotto la ghiandola o sotto il muscolo?

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Le protesi nella mastoplastica additiva possono essere inserite nella mammella a diverse profondità, dal piano sottocutaneo a quello retromuscolare.

Piano sottocutaneo

Eccezionale in chirurgia estetica è l’alloggiamento sottocutaneo che rappresenta talvolta una soluzione di ripiego obbligata in chirurgia ricostruttiva, specialmente nelle condizioni malformative (Sindrome di Poland) dove però lembi microchirurgici rivestono un ruolo prominente.
Negli ultimi anni l’introduzione delle matrici dermiche acellulari ha portato ad una evoluzione anche sotto questo punto di vista, senza ricorrere a soluzioni con lembi muscolari loco-regionali o a distanza, opzione di scelta in questo tipo di situazioni.

Piano sottoghiandolare

L’alloggiamento retroghiandolare è semplice e veloce da eseguire, poco doloroso e permette una buona mobilità immediata della mammella permettendo una convalescenza più rapida.
Può essere la soluzione consigliata per un aumento mammario di ghiandole ben rappresentate.

Piano sottofasciale

Raro è il posizionamento sottofasciale che, secondo alcuni studi riunirebbe i vantaggi del posizionamento retroghiandolare e sottomuscolare posizionando la protesi sotto l’aponeurosi del muscolo gran pettorale. Altri esperti ritengono che l’alloggiamento sottofasciale abbia gli stessi svantaggi dell’alloggiamento sottoghiandolare allungandone anche i tempi di dissezione.

Piano sottomuscolare

L’alloggiamento retromuscolare si divide in 2 categorie: parziale e totale.
Nel primo caso comporta il sollevamento dalle coste nel polo inferiore e dal muscolo piccolo pettorale nel suo polo superiore lasciando a contatto con la ghiandola mammaria la porzione infero laterale.
È particolarmente indicato nelle pazienti magre e praticanti attività sportiva con mammelle piccole e scarso adipe sottocutaneo.
Nel secondo caso l’inserimento della protesi non risiede solo dietro al muscolo grande pettorale ma dietro anche al piccolo pettorale, il muscolo obliquo esterno, il muscolo serrato anteriore e l’aponeurosi del muscolo retto dell’addome. Trova indicazione nelle pazienti decisamente magre dove la protesi sarebbe facilmente palpabile senza un adeguato rivestimento.

Mastoplastica Additiva Dual Plane

Infine, sicuramente la tecnica più usata attualmente è la tecnica dual plane.
Essa consiste essenzialmente nell’abbinare un parziale scollamento retroghiandolare, generalmente limitato alla porzione inferiore (Tipo I: scollamento parziale della parte più caudale della ghiandola, Tipo II: dissezione sino al polo inferiore dell’areola, Tipo III: dissezione fino ad un livello subito superiore all’areola, Tipo IV: estensiva dissezione fino al polo superiore della ghiandola), alla dissezione dietro al muscolo grande pettorale con completa liberazione delle sue inserzioni costo-sternali.
Tale tecnica trova indicazione nella maggioranza dei casi. Il doppio scollamento aiuta anche a distribuire in maniera più armonica la pressione esercitata dalla protesi sui tessuti che la ricoprono, riducendo così il dolore post operatorio oltre che le irregolarità superficiali.