Molte donne desiderano aumentare il volume del seno per ottenere un decolleté più femminile.
L’opzione più utilizzata e raccomandata dai chirurghi plastici è sicuramente l’inserimento di una protesi mammaria.
Le protesi del seno sono solitamente composte da silicone sia nel loro contenuto che nel loro rivestimento.
Molte pazienti giungono alla visita preoccupate della durata di queste protesi e dalla necessità di un nuovo intervento che richieda la rimozione ed il cambio delle protesi.
Vediamo in questo articolo quando è consigliato rimuovere una protesi.
Rottura della protesi al seno
Quando una protesi si rompe è raccomandato sottoporsi ad esami diagnostici per verificare che non ci sia spargimento di silicono.
Sebbene non rappresenti un’emergenza, è consigliato cambiare una protesi qualsiasi sia il suo grado di rottura.
Esistono infatti due differenti rotture di protesi: intra-capsulare ed extra-capsulare.
La rottura intracapsulare si riferisce al danneggiamento della protesi al suo interno senza che lo strato del suo rivestimento più esterno sia colpito. In questo caso è molto raro una fuoriuscita di silicone ma può essere presente un certo grado di permeabilità.
La rottura extracapsulare coinvolge invece tutti gli strati del rivestimento della protesi e molte volte presuppone una fuoriuscita di silicone.
Non è detto però che il silicone venga a contatto con i tessuti del corpo e raggiunga i linfonodi vicini alla mammella (in particolare quelli ascellari). Infatti, le nuove protesi solitamente mantengono la loro forma anche se rotte e riducono drasticamente la perdita di silicone.
Si consiglia, in caso di rottura della protesi, il cambio della stessa.
Solitamente, le case produttrici di protesi mammarie più famose garantiscono una garanzia da 10 anni a vita contro rottura. In questo caso, il costo della protesi è coperto quindi dalla garanzia.
Protesi PIP
PIP è una marca di protesi francese che è stata messa in commercio negli anni ’90 fino al 2010 e ritirata dal mercato sempre nel 2010.
Le protesi di questa marca si sono dimostrate ad alto rischio di rottura e di altri eventi indesiderati (come la contrattura capsulare) per i materiali di scarsa qualità usati per la loro fabbricazione.
Per questo si è provveduto a richiamare e ad offrire una sostituzione della protesi gratuita sia nel costo della protesi stessa che nella parcella del chirurgo plastico.
Queste protesi devono essere cambiate. Da sottolineare che questa marca non è fortunatamente così diffusa in Italia e la maggioranza delle protesi sono state sostituite negli anni precedenti.
Protesi inserite molti anni fa
Sicuramente una protesi non ha una data di scadenza nella confezione.
Ma è giusto dire che una protesi inserita da 20-25 anni non avrà la resistenza di una protesi di nuova generazione.
Infatti, così come le tecniche chirurgiche si sono evolute negli ultimi anni, anche i materiali e le tecniche di produzione hanno avuto una grande evoluzione negli ultimi anni.
Per questo è importante eseguire annualmente una ecografia di controllo per verificare lo stato della protesi e per escludere in particolare una rottura o una contrattura capsulare.
Il consiglio è sicuramente considerare il cambio delle protesi se esse hanno più di 15 anni e se danno problemi di contrattura.
In caso la forma del seno permanga piacevole e sia esclusa una rottura o una contrattura capsulare la protesi può permanere nel seno senza dover essere sostituita.
Contrattura capsulare della protesi
La contrattura capsulare rappresenta una delle complicanze più frequenti dopo mastoplastica additiva.
Attualmente, si ha in una percentuale dal 2 al 6% delle protesi inserite.
Fortunatamente, esistono diversi gradi di contrattura ed i primi due, quelli meno gravi, non sempre richiedono la sostituzione della protesi.
In caso la contrattura porti ad una sintomatologia di fastidio o addirittura di dolore è invece consigliato il cambio della protesi.
In molti casi, la garanzia delle protesi copre il costo di una nuova protesi in caso di contrattura per i primi 10 anni. In poche parole, la paziente non deve sostenere il costo della protesi in caso di sostituzione per contrattura.
Rotazione di una protesi
La rotazione è una complicanza presente nelle protesi anatomiche.
La maggior parte delle volte il profilo cambia leggermente e può non essere avvertito dalla paziente come motivo per la sostituzione.
Altre volte, il cambiamento della forma e del profilo è più visibile e la paziente richiede il riposizionamento.
Solitamente, si procede al cambio della protesi anatomica con una protesi tonda che non può ruotare o tramite l’inserimento di una protesi in poliuretano che rimane ben adesa ai tessuti circostanti.
Infezione della protesi
L’infezione della protesi è una complicanza rara ma che richiede un tempestivo intervento di rimozione della protesi.
Essendo la protesi un corpo estraneo, gli antibiotici sono solitamente poco utili per combattere l’infezione.
Questo comporta la rimozione, anche con relativa urgenza della protesi per evitare complicanze infettive più gravi e sistemiche.
BIA-ALCL
Il BIA-ALCL rappresenta un linfoma che viene individuato in una piccolissima percentuale di pazienti con protesi mammari macrotesturizzate.
Rappresenta una complicanza rarissima e motivo relativamente urgente di rimozione della protesi.
In molti casi, la terapia di questo linfoma è semplicemente la rimozione della capsula e della protesi dalla mammella.
In altri casi più avanzati, terapie sistemiche possono essere necessarie.
Solitamente, il segno di allarme è dato da un sieroma, ovvero da una raccolta di liquido, a livello mammario, anche anni dopo l’inserimento della protesi.
La diagnosi è eseguita solitamente dopo prelievo di liquido che da positività di questo linfoma a livello delle cellule contenute nel liquido sieroso.
Anche un quadro clinico sospetto di ALCL dovrebbe essere elemento di preoccupazione da parte del chirurgo e della paziente e dovrebbe portare alla rimozione o alla sostituzione della protesi e alla relativa rimozione della capsula periprotesica tramite capsulectomia totale.