Cosa fare se una protesi ruota dopo una mastoplastica additiva?

rotazione-protesi-seno

Con il termine malrotazione si descrive quel fenomeno per cui una protesi anatomica, cioè di forma a goccia, correttamente inserita al momento dell’intervento chirurgico migra, ruotando intorno ad uno dei propri assi, dalla sua collocazione originaria modificandone la posizione.

Perché una protesi mammaria anatomica ruota?

I meccanismi al di sotto di questa problematica non sono stati chiariti in maniera completa e non esiste nessuno studio che sia in grado di affermare con certezza la correlazione di alcuni fattori con un aumento della possibilità di malrotazione.
Pur non essendoci un consenso uniforme sui principali fattori che possono portare a questa occorrenza si ritiene che la causa primaria del meccanismo rotatorio sia da attribuire ad una mancanza di adesione tra la protesi ed i tessuti circostanti.
Questo può essere causato da diverse situazioni in cui la costante rimane la formazione di uno spazio tra protesi e tessuti circostanti nel quale la protesi può ruotare.
Questa condizione si verifica quando lo spazio che accoglie la protesi è troppo ampio, cioè quando la tasca protesi è di dimensioni non corrette.
La tasca dovrebbe accogliere la protesi “rivestendola” nelle sue 3 dimensioni così come un abito di un sarto veste un uomo.
Se la tasca è troppo stretta la protesi sarà malposizionata, se troppo grande la protesi potrà muoversi e quindi ruotare lungo uno dei suoi assi.
Stessa discrepanza tra contenitore e contenuto si ha quando una raccolta si forma all’interno della tasca. Questo porta alla dislocazione, il più delle volte momentanea, della protesi e ad una perdita di contatto con i tessuti circostanti di una parte o della totalità di essa a seconda dell’importanza della raccolta.
Per questo motivo è importante eseguire ogni manovra atta all’evitare la formazione di ematomi e sieromi a partire da una perfetta emostasi.

Come si presenta una protesi ruotata dopo una mastoplastica additiva?

La malrotazione di una protesi può portare a quadri clinici che possono essere sintomatici o assolutamente silenti.
Può infatti accadere che la paziente che si sottopone a mastoplastica additiva ed in cui una o entrambe le protesi ruotino lungo i loro assi possa apprezzare in maniera non ordinaria la presenza del corpo estraneo. Questa evenienza è sicuramente poco frequente rispetto alla totale assenza di sintomi.
In questo caso la malrotazione di una protesi anatomica causa un cambiamento del profilo e dell’orientamento apprezzabile all’esame ispettivo come un’asimmetria tra le due protesi nella quale una di queste presenta un posizionamento non armonico ed esteticamente non appagante.

Come si corregge la rotazione di una protesi dopo una mastoplastica additiva?

Il trattamento di una protesi ruotata è chirurgico.
L’atteggiamento conservativo con massaggio può essere intrapreso nei casi precoci in cui si verifica un malposizionamento della protesi subito dopo la chirurgia più che una vera e propria malrotazione.
I punti chiave del trattamento possono essere individuati nella creazione di una nuova tasca e nell’inserimento di una nuova protesi.
È infatti ben noto dalla letteratura come il biofilm batterico presente sulla superficie della protesi riveste un ruolo fondamentale nelle complicanze della mastoplastica additiva sia essa primaria o durante un intervento di revisione.
Durante l’inserimento di una protesi, nonostante tutte le misure di disinfezione adottate, una minima flora batterica è possibile che aderisca al device portando all’ inizio di una infezione subclinica da contaminazione nella tasca protesica che nella stragrande maggioranza dei casi non porta a nessun sintomo.
La creazione di una nuova tasca protesica è anch’essa importante e il posizionamento di una nuova protesi in una tasca protesi vecchia non è consigliabile in nessun caso. Infatti, questo comportamento aumenterebbe le possibilità di rischio di recidiva, probabilmente dovuto alla non adesione della protesi con il tessuto circostante. Solitamente è indicato ricreare la nuova tasca che accoglierà la nuova protesi al di sotto del muscolo pettorale superficialmente alla rifrazione anteriore della capsula precedentemente formata.
Ulteriore possibilità nei casi plurirecidivanti di rotazione, è impiegare una rete supportante la protesi che verrà fissata della posizione desiderata o utilizzare, se possibile, protesi in poliuretano che aderiscono tenacemente ai tessuti circostanti.

 

Seguimi su Instagram: @dr.pellegatta_chirurgoplastico