Rimozione protesi del seno: chi ne ha bisogno?
- Chi presenta una o entrambe le protesi rotte.
- Chi dopo svariati anni osserva un abbassamento della protesi al seno.
- Chi desidera cambiare la dimensione o la forma della protesi al seno.
- Chi presenta una rotazione dell’impianto mammario.
- Chi soffre di una contrattura capsulare severa della protesi mammaria.
- Chi soffre di una infezione cronica della protesi al seno.
- Chi, in generale, presente una complicanza di posizione della protesi mammaria che causa una deformazione della regione mammaria.
La chirurgia di revisione di una mastoplastica additiva dipende interamente dal problema evidenziato nella paziente durante le visite che precedono l’intervento. Schematizzandole consistono nelle seguenti soluzioni chirurgiche:
CAPUSULECTOMIA:
La capsulectomia consiste nell’asportazione totale della capsula che si forma intorno alle protesi mammarie.
Questa capsula può essere talmente dura e costrittiva che deforma la protesi causando asimmetrie degli emitoraci. L’obiettivo della capsulectomia è ottenere un piano senza fibrosi dove posizionare in un secondo momento la protesi
CAPSULOTOMIA:
La capsulotomia si occupa di eseguire alcune espansioni della capsula intorno alla protesi, quando tale capsula non è tale da presentare uno spessore ed una consistenza che possono portare ad una deformazione della protesi.
CAMBIO DI PIANO DELLA PROTESI:
In caso di posizionamento di una protesi a livello sotto ghiandolare, è quasi sempre consigliato riporre la nuova protesi al di sotto del muscolo dove potrà essere in contatto con un tessuto che non ha mai presentato fibrosi o eventualmente una contaminazione batterica.
MASTOPESSI:
In alcuni casi, soprattutto quando il volume della protesi mammaria è notevole, è necessario ricorrere ad una mastopessi per poter dare di nuovo tonicità alla cute che ha perso elasticità e riportare il complesso areola capezzolo in una posizione consona e proporzionata con la misure della paziente.
RESTRINGIMENTO DELLA TASCA MAMMARIA:
In molti casi, il peso della protesi porta ad una deformazione ed ad un allargamento dei tessuti della regione pettorale, non solo cutanei, dove potrebbe essere necessaria una mastopessi, ma anche muscolari o sottoghiandolari, dove la tasca che precedentemente accoglieva la protesi sarebbe troppo grande per accogliere la nuova. In questo caso è necessario diminuire la dimensione della tasca con una sutura profonda che restringa lo spazio dove la nuova protesi sarà inserita.
SOSTITUZIONE DELLA PROTESI MAMMARIA:
Una protesi che viene rimossa dal seno dovrebbe essere sempre sostituita con una nuova. Studi scientifici hanno evidenziato che sulla superficie della protesi sono presenti microorganismi di diversi origini ed in diversa concentrazione.
È quindi facilmente intendibile che, reinserire la stessa protesi che presenta questa contaminazione potrebbe risultare in futuro alla presentazione di nuove sintomi e quindi ad un nuovo intervento chirurgico.
La mastoplastica additiva è tra gli interventi più richiesti nel mondo della chirurgia estetica.
Sebbene le moderne protesi abbiano durata lunghissima, le protesi inserite 15-20 anni fa non disponevano della tecnologia e della durata delle protesi odierne.
Inoltre, sebbene le protesi possano ancora essere integre, il nostro corpo con il passare degli anni invecchia e perde l’elasticità della giovane età.
Questa perdita di elasticità dei tessuti molli della regione mammaria può inoltre essere velocizzato da un passato inserimento di una protesi troppo grande per le caratteristiche della paziente, soprattutto se a livello sottoghiandolare, senza la copetura del muscolo.
Questo porta ad una deformazione del risultato precedentemente ottenuto ed una discesa e rotazione della protesi mammaria.
Con un intervento chirurgico di chirurgia plastica, molte volte è possibile ottenere risultati ottimali e ristabilire un aspetto armonico e proporzionato del seno.