Chirurgia plastica e fumo: perché smettere di fumare prima dell’intervento?

Chirurgia plastica e fumo

La chirurgia plastica ha il compito di cambiare la forma ed il volume delle differenti aree del corpo. Per permettere questo cambio è necessario muovere la pelle ed altri tessuti a distanze a volte significative. Questo spostamento dei tessuti porta ad una modificazione del flusso di sangue in quanto alcuni vasi sanguigni vengono interrotti. Vediamo perché il fumo è un fattore peggiorativo per il risultato di un intervento di chirurgia plastica.

Perché il fumo di sigaretta impedisce una buona chirurgia plastica?

Eseguendo un intervento di chirurgia plastica si mette a dura prova la circolazione dei tessuti superficiali come derma, epidermide e tessuto adiposo.

Questi tessuti sono irrorati da piccolissimi vasi sanguigni che sono rami di vasi più profondi e di maggiori dimensioni.
Interrompendo questi vasi con un intervento di chirurgia plastica la vascolarizzazione può essere peggiorata.

Il fumo agisce sui piccoli vasi (detti capillari) facendo restringere il calibro di quest’ ultimi.
La nicotina in particolare, se assunta ad alte dosi può diminuire il calibro dei capillari di quasi il 50%.

Questo può portare ad una sofferenza dei tessuti superficiali a cui manca il sangue necessario per la loro sopravvivenza fino a portare alla morte degli stessi (necrosi tessutale).

Esempi pratici dei danni del fumo in chirurgia plastica

In generale in ogni intervento che porti al distacco dei tessuti superficiali (cute e tessuto adiposo) da quelli profondi (muscoli e ossa) può esserci una sofferenza vascolare.

Ad esempio, in una addominoplastica buona parte del lembo di cute e grasso, presente a livello dell’addome, viene diviso dai tessuti profondi, in questo caso la fascia addominale. In questo intervento specifico inoltre, la vascolarizzazione viene messa alla prova dalla liposuzione e dalla tensione della sutura.

Un altro intervento dove il fumo potrebbe essere molto nocivo per la vascolarizzazione dei tessuti è la mastopessi, detta anche lifting del seno.

In questo intervento il complesso areola capezzolo, detto NAC con una sigla inglese, sopravvive grazie solo ad un piccolo vaso detto peduncolo. Senza la vascolarizzazione di questo vaso sia il capezzolo che l’areola possono andare in necrosi.

Il lifting del viso, il lifting delle cosce, la brachioplastica ed in generale tutti gli interventi dove la cute viene divisa dai tessuti profondi possono andare incontro a complicanze di tipo vascolare.

Il fumo peggiora moltissimo la vascolarizzazione dei tessuti superficiali e può causare complicanze necrotiche di varia entità (dall’epidermolisi alla necrosi totale).

Tabagismo e anestesia

Pochi lo sanno ma i fumatori hanno bisogno di un maggiore quantitativo di farmaci.
Un recente studio della Società Europea di Anestesia conferma che le persone che fumano hanno bisogno in media del 33% di farmaci anestetici e del 23% di farmaci per il controllo del dolore rispetto ai non fumatori.

Addirittura lo studio mostra che i fumatori passivi, ossia le persone che non fumano ma respirano fumo di altri fumatori, hanno bisogno di circa il 20% in più di farmaci.

Fumo di sigaretta e rischio di trombosi

È ben riconosciuto scientificamente che uno dei fattori di rischio della malattia tromboembolica degli arti inferiori è l’abitudine tabagista.

Come detto, la nicotina fa si che i vasi si contraggano e diminuiscano di diametro e che quindi il flusso sanguigno diminuisca.
È facilmente intuibile come un vaso di calibro minore possa ostruirsi più facilmente di uno di calibro più grande.

Inoltre la nicotina pare agire sui meccanismi di infiammazione velocizzando e favorendo la coagulazione e quindi portare alla formazione di coaguli.

Infine, è stato dimostrato che il fumo è un fattore di rischio favorente l’embolia, cioè quel fenomeno per cui un coagulo migri da una regione corporea (solitamente le gambe) alla circolazione polmonare con complicazioni molto gravi.

Fumo di sigaretta e cicatrici

Molti fumatori sostengono che non hanno mai avuto problemi di cicatrizzazione in seguito ad un intervento (es. appendicectomia, taglio cesareo, ecc.).
Come già detto la chirurgia plastica è una branca chirurgica a parte in quanto si concentra sui tessuti superficiali e sullo spostamento di essi da una regione ad un’altra.

Il fumo porta ad un peggioramento della vascolarizzazione dei tessuti dove viene effettuata l’incisione e quindi ritarda la cicatrizzazione che può presentarsi in eccesso (cicatrice ipertrofica) o in difetto (cicatrice ipotrofica).

Quanto tempo prima è necessario smettere di fumare prima e dopo un intervento?

Il periodo ottimale per smettere di fumare prima di un intervento è semplicemente quanto più possibile.
Naturalmente l’abitudine tabagista rappresenta una dipendenza ed è molto complicato richiedere al paziente che smetta di fumare per sempre.

In linea di massima, è meglio abbandonare completamente il tabagismo almeno 45 giorni prima dell’intervento e 60 giorni dopo.

In interventi di chirurgia plastica dove la vascolarizzazione rappresenta l’elemento fondamentale per la riuscita dell’intervento (lipofilling, addominoplastica, lifting viso, mastopessi) potrebbe essere richiesto da parte del chirurgo plastico di sospendere il fumo almeno 90 giorni prima della procedura chirurgica.

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